Mail ricevuta
All’indomani della drammatica morte dei 5 operai a Brandizzo, abbiamo ricevuto la mail che segue da Gianni Cavinato che, peraltro, quale presidente di ACU Associazione Consumatori Utenti, fa parte del Comitato NOI, 9 OTTOBRE, costituito nella “Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali” istituita sul ricordo della strage del Vajont (9 ottobre 1963). La pubblichiamo volentieri perché la transizione verso un nuovo modello di sviluppo e un sistema industriale verde e rispettoso dell’ambiente, deve essere capace di tutelare i posti di lavoro e la sicurezza dei lavoratori
CN

Cari amici di ClimateAid Network,
mi vergogno di appartenere a questo Paese chiamato Italia. Sono indignato, non ho parole.
Immagino che anche tutte/i Voi abbiate ascoltato, in queste ore, l’affermazione di cui sopra pronunciata, pare ma è da accertare, dall’agente di scorta di Rfi che dà istruzioni alla squadra di operai. La registrazione del messaggio è stata fatta su Instagram dal più giovane dei 5 lavoratori e che un suo familiare ha diffuso ieri. Dice: “Non abbiamo neanche l’interruzione ancora“. Eppure le immagini mostrano gli operai già al lavoro sulla linea. Poco dopo verrà travolto dal treno insieme ai suoi compagni di lavoro. Aveva 22 anni ed è stato mandato in guerra contro un nemico particolare: un qualsiasi treno che, se del tipo Freccia Rossa, viaggia fino a 300 chilometri all’ora. Grosso modo la velocità di decollo di un aereo, di un bolide di formula uno, di un mostro a due ruote che vola in piste  dove non vi deve essere nemmeno un granellino di sabbia.
Certo, il treno della morte piemontese, pare viaggiasse a 100 chilometri all’ora. All’inizio qualcuno affermava che andava a 160 chilometri all’ora.
Sta di fatto che i 5 lavoratori notturni avevano 4 (quattro) secondi, per “andare da quella parte” dopo che avevano sentito l’acclamazione “treno”.
Ora, chi di noi, in piena notte, si metterebbe al centro di una carreggiata di una qualsiasi strada statale, a pochi metri da una semicurva, con in mano un attrezzo pesante/ingombrante (che quando viene usato  fa rumore), che aspettando una voce , all’improvviso, dice “auto” , devi sentire per  spostarsi di almeno 5-6 metri ?
Volete far fare una prova ad un manichino intelligente, uno di quelli che sulla luna si comportano come gli umani?
Quattro secondi corrispondo, in condizioni ottimali,  a quattro passi pari a circa tre metri complessivamente. In altre condizioni si inciampa, ci si nuove dopo due secondi, si viene travolti in meno di un secondo.
Ora sono doverose alcune domande e considerazioni.
Primo. Come si permettono quei dirigenti di RFI, se fosse vero che è andata come ipotizzato, a comportarsi così, in una impresa che è stata costruita da sempre con soldi pubblici e che permette a tutti di avere un servizio di mobilità, definito come diritto dalla Costituzione ? Chi risponde per questi signori? Perché questi tizi ignorano la storia dei ferrovieri, dei lavoratori di tutte le filiere dalla  A alla Z  che operano nel settore, dei pendolari, dei viaggiatori  che  sono  morti, fin  dalla prima messa in opera del primo chilometro di strada ferrata?
Secondo. Perché la sicurezza nei luoghi di lavoro rimane un optional, nonostante leggi, organi di controllo pubblici, procedure e responsabilità obbligatorie all’interno delle aziende, tecnologie che ci permettono anche di fare un viaggio turistico attorno alla Terra ad oltre 300  chilometri dal suolo?
Terzo. Perché il Sindacato CGIL (ho ascoltato Maurizio Landini), arriva ad affermare solo ora che è necessaria una Procura Nazionale Specializzata in questo ambito?
Quarto. Perché la consapevolezza dei lavoratori sulla sicurezza, viene barattata  “per un pugno di farina” ?
E pensare che NOI, 9 OTTOBRE, di cui anche il sottoscritto fa parte, in rappresentanza di ACU, ha scritto e sostenuto, in tutte le sedi, da oltre 2 anni, la proposta di una Procura Nazionale Specializzata, ipotizzata già dal giudice Guariniello. Dove sono gli ex ministri della giustizia? Che cosa hanno fatto in questi anni i dirigenti di partito, i sindacalisti tipo CGIL o CISL o UIL o UGL, i dirigenti  di INAIL, i dirigenti degli organi di controllo pubblici, i dirigenti  delle “centrali” della formazione in questi ambiti ?
Quinto. Sì, sono indignato di questa dilagante inciviltà.
Sesto. Bisogna imparare a dire “no grazie” quando un dirigente aziendale distrugge la dignità di un cittadino lavoratore per “un pugno di farina” !
Settimo. Costruiamo la nuova società della Cooperazione, Prevenzione e della Pace. Il benessere è possibile per tutti in accordo con tutto il vivente della Terra.
Buona giornata e buon lavoro
Gianni Cavinato