L’Organizzazione Meteorologica Mondiale WMO stima che
nei prossimi cinque anni le temperature globali sono destinate
ad aumentare ancora. Questo calore in più sta già riducendo
il manto nevoso, il ghiaccio marino, intensificando le forti piogge
e modificando gli habitat di piante e animali, espandendone
alcuni e riducendone altri. E noi che facciamo?

 Spesso si tende a confondere le espressioni: Cambiamenti climatici e Riscaldamento globale, omettendo una descrizione approfondita e spesso elementare. Negli ultimi due secoli stiamo assistendo a un cambiamento del clima globale con un incremento particolarmente rilevante da trent’anni ad oggi. Ma che cosa s’intende per riscaldamento globale? Per riscaldamento globale si intende il riscaldamento climatico che porta le temperature del nostro pianeta ad alzarsi. In altre parole, il clima sta cambiando e la Terra si sta riscaldando. Mentre, che cosa si intende per cambiamento climatico? I cambiamenti climatici sono la mutazione del clima sul pianeta. In particolare, l’UNFCCC (Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite, qui), definisce i cambiamenti climatici “Variazioni a lungo termine delle temperature e dei modelli meteorologici. Queste variazioni possono avvenire in maniera naturale; tuttavia, a partire dal XIX secolo, le attività umane sono state il fattore principale all’origine dei cambiamenti climatici, imputabili essenzialmente alla combustione di combustibili fossili (come il carbone, il petrolio e il gas) che produce gas che trattengono il calore.”

È quindi indiscutibile che gli esseri umani stanno influenzando il riscaldamento dell’atmosfera, dell’oceano e della terra.

Rispetto all’era preindustriale, la temperatura sulla superficie del pianeta è aumentata di circa 1 grado Celsius. Potrebbe sembrare un piccolo numero, ma significa una crescita significativa del calore accumulato. Il 2020 si è classificato come il secondo anno più caldo degli ultimi secoli e ancora non conosciamo come sarà la nostra estate 2023.

Per intanto sappiamo, perché ce lo dice l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO, qui), quali sono le previsioni sull’andamento della temperatura globale (Global Annual to Decadal Climate Update, qui), per il periodo 2023-2027. Il WMO Global Annual to Decadal Climate Update (GADCU), pubblica annualmente a maggio, un rapporto che riassume il futuro previsto del clima globale nel prossimo anno e nei prossimi cinque anni. L’attenzione si concentra sugli indici climatici come la temperatura media globale vicino alla superficie, la variabilità multi-decennale atlantica e El Niño / Southern Oscillation, nonché indici regionali e medie stagionali annuali e pluriennali di temperatura vicino alla superficie, pressione media a livello del mare e precipitazioni. L’ultimo rapporto, appena pubblicato (Rapporto WMO, tradotto in italiano) fornisce, in sintesi, le seguenti previsioni, con varie percentuali di possibilità:

1. la temperatura annuale della superficie globale potrebbe aumentare di  oltre 1,5 ºC rispetto ai livelli preindustriali per almeno uno dei prossimi cinque anni;
2.  almeno uno dei prossimi cinque anni sarà il più caldo di sempre;
3.  El Niño (fenomeno climatico periodico che si verifica nell’Oceano Pacifico centrale nei mesi di dicembre e gennaio in media ogni cinque anni, e consiste in un anomalo riscaldamento delle acque oceaniche. Data la notevole estensione del fenomeno, esso è in grado di condizionare il clima dell’intero globo, con particolare riferimento alle aree che si affacciano sul Pacificfo -nda-) e il cambiamento climatico si potrebbero combinare insieme per alimentare l’aumento della temperatura globale;
4. il riscaldamento artico sarà più di tre volte superiore alla media globale.

Questo calore in più sta già causando temperature estreme stagionali, riducendo il manto nevoso, il ghiaccio marino, intensificando le forti piogge e modificando gli habitat di piante e animali, espandendone alcuni e riducendone altri. Questo calore e/o freddo estremo stanno provocando alluvioni devastanti anche nella nostra Italia e nel mondo (vedi qui)

Uno dei rischi maggiori, che potrebbe cambiare la geografia delle terre emerse, è l’innalzamento del livello del mare. Questo fenomeno è causato principalmente da due fattori legati al riscaldamento globale: l’acqua aggiunta dallo scioglimento delle calotte glaciali e dei ghiacciai e l’espansione dell’acqua di mare mentre si riscalda.

L’Italia è una delle aree del mondo messe maggiormente a rischio dall’innalzamento del Mediterraneo.

Se l’aumento resterà costante, entro la fine del secolo città come Venezia, Trieste, Palermo, Cagliari, Ravenna (40 di aree in tutto) potrebbero essere in parte sommerse.

La quantità di riscaldamento futuro che la Terra subirà dipende da quanta anidride carbonica e altri gas serra emetteremo nei prossimi decenni. Oggi, le nostre attività – principalmente bruciare combustibili fossili e disboscare foreste – aggiungono circa 11 miliardi di tonnellate di carbonio all’atmosfera ogni anno.

Le conseguenze sarebbero e sono disastrose: scioglimento dell’Artico, cambiamento delle correnti oceaniche, innalzamento del livello dei mari, aumento esponenziale di eventi climatici estremi come siccità, cicloni, incendi, alluvioni e violente nevicate.

Ognuno di noi si deve sentire coinvolto nella lotta al cambiamento climatico. Il risparmio dell’energia è uno dei primi passi, occorre che i governi e le nazioni attuino programmi di riconversione della produzione energetica, abbandonando progressivamente i combustibili fossili verso le fonti energetiche rinnovabili.

Puntare sull’efficienza e sul risparmio energetico è fondamentale e su questi punti il ruolo di ognuno di noi è cruciale.

Federica Rochira, Website Founder