Una ricerca appena pubblicata dal Center for Countering Digital Hate
rivela che sarebbero stati acquistati su Google, molti annunci pubblicitari
contenenti varie parole chiave per indirizzare verso fake news sull’ambiente
e i cambiamenti climatici.

Chi si aggiorna e fa ricerche quotidianamente su Google è meglio che sappia che non tutto ciò che si trova sul più famoso motore di ricerca è assolutamente vero. I meccanismi che regolano l’inserimento delle notizie sono in parte noti e in parte riservati. Come tutti i motori di ricerca, Google ci indirizza verso le pagine Web che hanno attinenza con il nostro quesito, attraverso un complesso processo di scansione (ricerca) automatica dei nuovi siti web, la loro successiva indicizzazione, in base ai loro contenuti e alle cosiddette “parole chiave”, fino ad arrivare a restituire i risultati delle ricerche proposte. Sennonché il processo di scansione/ricerca di quanto si pubblica sul web non è affatto sottoposto ad una verifica dell’attendibilità o veridicità dei contenuti, almeno non in modo completamente esaustivo. Basta comprare da Google degli annunci pubblicitari, per esempio, che sfuggono alla scansione ma vengono pubblicati “d’ufficio(a pagamento) e lì si potranno inserire tutte le parole chiave che si vuole e che poi compariranno nelle ricerche che si faranno. Invero, nell’ottobre 2021, Google aveva annunciato nuove regole contro le fake news sul clima e il negazionismo proprio riguardo la crisi climatica. Una nuova norma che avrebbe vietato la pubblicità e la monetizzazione di contenuti che contraddicono il consolidato consenso scientifico sull’esistenza e sulle cause del cambiamento climatico”.

Sennonché il 27 gennaio 2023, tredici mesi dopo l’annuncio di Google, lo statunitense Center for Countering Digital Hate (il Centro per contrastare l’odio digitale è un’organizzazione senza scopo di lucro che contrasta l’odio e la disinformazione) pubblica una ricerca (che trovate qui) intitolata “Google pubblica annunci sui quesiti di ricerca per la disinformazione razzista e le cospirazioni”. Varie le “parole chiave” inserite per veicolare messaggi ingannevoli e disinformativi e indirizzare falsamente le ricerche, eccone alcune.

– Gli annunci pubblicati sulle parole chiave “crimine nero” promuovevano un articolo che affermava che c’è una “epidemia di crimine nero su nero”, nonostante le statistiche ufficiali dimostrino che non è così.
– Gli annunci pubblicati sulle parole chiave “George Floyd causa della morte” promuovevano un articolo che affermava che “probabilmente è morto di overdose di fentanil” nonostante i medici legali abbiano giudicato la morte un “omicidio” e un’autopsia che concludesse che la morte era il risultato di “asfissia dovuta alla compressione del collo e della schiena”.
– Gli annunci pubblicati sulle parole chiave “perché George Soros odia l’America” promuovevano un articolo che descriveva il finanziere ebreo George Soros come un “burattinaio di sinistra” che sta “perpetuando la crisi dei migranti in Europa”, giocando con cospirazioni di estrema destra secondo cui gli ebrei stanno usando l’immigrazione per minare le nazioni occidentali.
– Gli annunci pubblicati sulle parole chiave “legge sull’infanticidio” promuovevano affermazioni secondo cui la legislazione promossa dai democratici della California avrebbe potuto “legalizzare l’infanticidio“, qualcosa dimostrato falso dai verificatori di fatti.
– Gli annunci pubblicati sulle parole chiave “cosa dice Putin sull’Ucraina” che promuovono un articolo intitolato “La Russia dice di essere pronta a fermare l’invasione ‘in un momento’ se l’Ucraina soddisfa le condizioni”.
– Gli annunci pubblicati sulle parole chiave “Bill Gates population control” promuovevano un articolo che sosteneva che l’investimento di Gates di $ 18 milioni nei programmi di pianificazione familiare delle Nazioni Unite era uno strumento per esercitare il controllo della popolazione in Africa.

Ovviamente, non potevano mancare più annunci sulle parole chiave che ruotano sul concetto “perché il cambiamento climatico è falso” che hanno indirizzato i lettori verso uno o più articoli (un esempio qui)  che promuovono l’idea che il cambiamento climatico sia una “bufala”.

Ognuno di voi può eseguire una piccola verifica, digitando su Google, per esempo, una qualunque delle seguenti parole chiave: il cambiamento climatico è una bufala; la menzogna del cambiamento climatico; il riscaldamento globale è una truffa; la truffa del cambiamento climatico; perché il cambiamento climatico è falso; per essere reindirizzato verso uno o più articoli che negano i cambiamenti climatici (attenzione: si tratta non di articoli selezionati autonomamente dal web da Google, ma inseriti nelle ricerche con parole chiave proposte in annunci pubblicitari a pagamento, che così hanno aggirato la regola Google dell’ottobre 2021).

E chi ha pagato questi annunci a Google? Secondo il Center for Countering Digital Hate, a spendere quasi 60 milioni di dollari per pubblicare annunci contenenti più di 150 termini di ricerca fasulli su Google, sarebbe stato il The Daily Wire, che è un sito web di notizie dei conservatori americani e una società di media fondata nel 2015 dal commentatore politico di destra Ben Shapiro e dal regista Jeremy Boreing. E il verificatore di credibilità NewsGuard (che si serve di un team di giornalisti e redattori di grande esperienza per analizzare i siti che pubblicano notizie e informazioni, fornendo valutazioni e punteggi di affidabilità sulla base di nove criteri giornalistici),  ha valutato che The Daily Wire “viola gravemente gli standard di base di credibilità e trasparenza, spesso travisa i fatti per promuovere l’opinione di parte” e “pubblica frequentemente informazioni false e fuorvianti, in particolare nelle storie sull’aborto“. Adesso inseriranno anche le storie sui cambiamenti climatici.

Non rimane molto altro da aggiungere se non il consiglio a verificare sempre, non è tutto oro ciò che luccica.

Federica Rochira, Website Founder