Nei giorni scorsi abbiamo letto i toni trionfalistici dei media nazionali ed esteri all’esito della conferenza stampa del Department of Energy del governo statunitense sugli esiti della campagna sperimentale svolta presso la National Ignition Facility (NIF) del Lawrence Livermore National Laboratory in California. Sembrerebbe che, per la prima volta nella storia, sia  stato possibile liberare più energia da reazioni di fusione nucleare rispetto a quella impiegata per innescarle.

I nuclearisti italiani, sospinti da una stampa approssimativa, hanno subito gridato alle magnifiche sorti e progressive  che ci porteranno all’impiego della fusione atomica per liberarci della crisi energetica. Ma è proprio così? 

Si è distinto, per cautela, solo l’analisi dell’Avvenire che in un articolo di Piergiorgio Pescali, faceva notare quanto l’energia da fusione fosse ancora lontana. Viene citata Jennifer M. Granholm, capo del Dipartimento dell’ Energia statunitense la quale spiega che nell’esperimento il processo di fusione inerziale è stato attuato da 192 fasci di raggi laser. L’energia contenuta negli impulsi laser è stata di circa 2.1 MJ mentre l’energia liberata dalla reazione nucleare è stata di circa 3 MJ. Senonché per produrre una tale quantità di impulsi laser necessari a innescare la reazione di fusione, è stata consumata una quantità di energia elettrica molto maggiore di quella prodotta. 

Tale indiscutibile realtà è stata ribadita anche dall’associazione Nucleare e Ragione che ha spiegato quanto il bilancio energetico del processo nel suo complesso sia ancora molto lontano da un guadagno netto, anche a causa della scarsa efficienza degli impulsi laser usati dalla NIF per convertire l’energia elettrica.

Va citata anche la stessa direttrice del Lawrence Livermore National Laboratory, Kimberly S. Budil che, sul New York Times ha precisato: “Sarà necessario ancora qualche decennio prima che la fusione inerziale possa essere considerata un’opzione percorribile per lo sfruttamento commerciale ai fini energetici”.

In pratica la pietra tombale su tutte le tesi di coloro i quali spingono affinché la via del nucleare sia la strada da percorrere per uscire dalla crisi energetica, per liberarci dai combustibili fossili, per mitigare i mutamenti climatici. Almeno ancora per qualche decennio.

Chiediamo a voi cosa ne pensate rispondendo al nostro sondaggio.

 Giuseppe d’Ippolito Website Founder