Nel Paese dove le grandi opere nascono prima nei rendering che nei cantieri, il Ponte sullo Stretto di Messina ha finalmente ricevuto la sua benedizione istituzionale. Il CIPESS lo ha approvato il 6 agosto 2025, dichiarandolo di pubblica utilità e spalancando la strada (teorica) ai cantieri propedeutici entro fine anno. Il progetto – da 13,5 miliardi di euro, con arcata da Guinness e piloni da grattacielo – è stato già riapprovato nel 2024, condito con 68 prescrizioni tecniche: roba che va dal rischio sismico ai venti, dai delfini ai voli dei migratori. Ma niente paura: basterà rispettarle tutte, e il ponte sarà più sicuro della Muraglia cinese … almeno su carta. E siccome anche l’Europa tentennava, il governo ha pensato bene di attivare nel 2025 la “via rapida europea”, dichiarandolo di “interesse pubblico imperativo”. Tradotto: avanti tutta, costi quel che costi (agli altri). E adesso? Incrociate le dita – la Corte dei Conti deve ancora ratificare tutto entro i prossimi mesi, per poi pubblicare in Gazzetta Ufficiale e dare via libera ai lavori veri. Se il cielo resterà sereno, i cantieri propedeutici prenderanno il via entro fine 2025, con l’obiettivo utopico di inaugurare il ponte nel 2032. Insomma: l’“opera del secolo” è ormai un sì (quasi) completo. Manca solo un pizzico di burocrazia, un pizzico di … sorpresa e potremo finalmente vedere dalla Luna il monumento definitivo al vuoto narcisista della nostra epoca. Gianni Cavinato dedica al ponte una riflessione tanto reale, quanto satirica.
Hanno deciso.
Il ponte Continente-Sicilia si farà.
Sarà pronto nel 2032-33, anno più anno meno.Sempre nella storia degli imperi – in decadenza – i regnanti si sono sbizzarriti in opere colossali. Anche gli imperatori, nel culmine della loro onnipotenza, hanno realizzato opere a dir poco solo utili ai gestori dei siti archeologici dei secoli successivi.
Un ponte con unica arcata di 3.300 metri con 2 piloni alti 390 metri, si vedrà dalla Luna e farà concorrenza alla Muraglia cinese.Chissà se lo vedranno anche i marziani, che aspettano da millenni di vedere qualcosa di inutile anche sulla Terra.
Non è solo il ponte dei desideri di potere di un ceto politico e di un capitalismo finanziario alla ricerca di un futuro ancora più speculativo e rampante, ma anche del “vuoto narcisista” dominante della nostra epoca.Le attuali opposizioni parlamentari sono contrarie a spendere soldi pubblici che invece potrebbero essere utilizzati per altre infrastrutture di mobilità sostenibile, energie rinnovabili, sanità, salario minino, ecc.
Ma il ponte è veramente stretto, non avrà la pista ciclabile, la terrazza al centro dei 3.300 metri per vedere i delfini che passando sotto l’arcata, guarderanno in alto e si metteranno subito in fuga, avendo loro un ricordo atavico sulla fine dei Dinosauri.
Pare non ci sia nemmeno il bar.Io invece vorrei la pista per i non vedenti, opportunamente riparata da filo spinato di acciaio inossidabile con garanzia di 300 anni (io penso anche alle future generazioni di ciechi), per evitare di scivolare nell’acqua salata, gelida, tormentosa e forse strapiena di coli batteri. Inoltre, quello che mi piacerebbe sentire, durante questa passeggiata sul ponte, sono i droni che monitorano h24 il passaggio degli uccelli migratori che posandosi sui cavi del diametro di 1,26 metri (ogni cavo sarà composto da 44.323 fili d’acciaio), permetteranno anche ai turisti vedenti di fotografare le meraviglie italiche. Naturalmente, da quelle parti, in quelle zone, mi aspetto una grande statua in bronzo di Pitagora con questa dedica: ha ispirato l’umanità intera con i suoi teoremi, ora ci protegge da facili equazioni ideologiche e speculative.
Buona giornata
Gianni Cavinato


