Nel 2009, il G20 dei Paesi più industrializzati del
mondo, affermò che i sussidi ai combustibili fossili
andavano eliminati. Ma il “tradimento” si è consumato
negli anni: arrivati al 2023 nulla di concreto è stato fatto
È nato tre anni fa il progetto di Fossil Treaty per un Trattato internazionale di non proliferazione delle fonti fossili che vada ad integrare l’accordo di Parigi del 2015 sul clima. Un bell’articolo di Andrea Di Turi “Sulla crisi climatica o di qua o di là” su Avvenire del 18 ottobre, ripercorre quello che definisce il “tradimento degli Stati ipocriti”.
Ricorda che già nel 2009, il G20 dei Paesi più industrializzati del mondo, affermò che i sussidi ai combustibili fossili andavano eliminati, sei anni prima dell’Accordo di Parigi. Ma il “tradimento” si è consumato negli anni: arrivati al 2023 nulla di concreto è stato fatto.
Anzi, secondo un recente studio del Fondo Monetario Internazionale, citato nell’articolo di Di Turi e che trovate qui, i sussidi alle fossili sono stati, nel 2022, pari a 7mila miliardi di dollari, oltre il 7% del Pil mondiale, “un’enormità di risorse finanziaria pubbliche”.
Noi ne abbiamo già parlato, con una fotografia della situazione italiana, il 20 aprile in “La finanza mondiale che sostiene il fossile”, qui, e ancora prima, il 28 dicembre 2022, in “Vi spieghiamo come lo Stato paga (con i nostri soldi) chi inquina”, qui.
Oggi abbiamo aderito al progetto di Fossil Treaty. Ci siamo uniti agli 8 Stati iniziali (Vanuatu, Tuvalu, Fiji, Solomon Islands, Tonga, Niue, Timor-Leste, Antigua and Barbuda); al Parlamento Europeo, al Vaticano, all’Organizzazione Mondiale della Sanità, alle 89 città e governi regionali (in Italia, ANCI, Pontassieve, Torino e, ultimamente, Roma), ai 3.000 scienziati e accademici, ai 101 Premi Nobel, alle 2250 organizzazioni della società civile e numerose organizzazioni religiose, ai 623.178 singoli cittadini. E anche noi abbiamo aderito per dare un contributo all’appello per un trattato di non ulteriore proliferazione dei combustibili fossili, anche nella prospettiva della prossima Cop28 di Dubai.
Scrivono i promotori: “È tempo di lasciarsi alle spalle i rischi di inquinamento, economico, climatico e di sicurezza causati da carbone, petrolio e gas. C’è abbastanza capacità di energia rinnovabile a prezzi accessibili in ogni regione del mondo per alimentare la vita e le comunità delle persone. Le società di combustibili fossili hanno frenato i progressi e continuano a far crescere il problema espandendo la produzione. Il tempo è finito. Governi, organizzazioni e individui di tutto il mondo chiedono un’azione approvando l’appello per un trattato sul carburante fossile”.
Invitiamo tutti ad aderire all’appello come singoli o come organizzazione o gruppo, basta andare sul sito di Fossil Treaty, che trovate in calce a questa pagina ne “Il meglio dal web”, e cliccare su “Endorse as an Organisation/Individual”.
La salute e la salvaguardia ambientale sono ciò di cui il mondo ha bisogno ed è possibile arrivarci, ma occorre porre fine all’era del carbone, del petrolio e del gas.