La Commissione europea ha presentato ufficialmente (mercoledì 30 novembre 2022) a Bruxelles la proposta di regolamento (i Regolamenti comunitari entrano immediatamente in vigore nei paesi senza necessità di recepimenti interni) per modificare la direttiva attualmente in vigore sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggi (risalente al 1994, ma già modificata nel 2018), con l’obiettivo per gli Stati membri di ridurre i rifiuti di imballaggio pro capite del 5 per cento entro il 2030 e del 15 per cento entro il 2040 rispetto ai livelli del 2018. Ma andiamo ad analizzare, capire e spiegare che cosa prevedono questi regolamenti e soprattutto perché ha riscosso grossi malumori anche a livello italiano.
Le finalità principali sono tre:

👉   Prevenire la produzione di rifiuti di imballaggio, ridurne la quantità, imporre restrizioni agli imballaggi inutili e promuovere soluzioni di imballaggio riutilizzabili e ricaricabili.
👉   Promuovere il riciclo di alta qualità (“riciclo a circuito chiuso”), rendendo tutti gli imballaggi presenti sul mercato dell’UE riciclabili in modo economicamente sostenibile entro il 2030.
👉   Ridurre il fabbisogno di risorse naturali primarie e creare un mercato di materie prime secondarie, aumentando l’uso della plastica riciclata negli imballaggi attraverso obiettivi vincolanti.

Inoltre questo provvedimento ha un preciso obiettivo: a partire dal 1° gennaio 2030 tutti gli imballaggi sul mercato devono essere progettati per essere riciclabili.
Un primo stop significativo lo si vede sugli imballaggi superflui, vietando una serie di articoli come:

  •       I sovrimballaggi di plastica per le bevande in lattina;
  •       Gli involucri usa e getta attorno a frutta e verdura fresca;
  •       Le mini size di shampoo e sapone negli hotel;
  •       Le bustine di condimento, caffè e zucchero;

Si favorirà il packaging multiuso e il riutilizzo dei contenitori.
Entro il 2030 e il 2040, rispettivamente il 20 per cento e l’80 per cento delle bevande fredde e calde dovranno essere vendute in contenitori che fanno parte di un sistema di vuoto a rendere, oppure dovrà essere data la possibilità ai consumatori di ricaricare i propri contenitori. O ancora, entro il 2030, il 10% degli imballaggi usati nelle consegne nell’e-commerce dovrà essere riutilizzabile.Per aiutare queste buone pratiche una ruolo primario lo avrà la progettazione (eco-design).
Il regolamento UE sugli imballaggi introduce una certa standardizzazione del formato per il packaging riutilizzabile e un’etichetta ad hoc che aiuti i consumatori a capire quali confezioni o imballaggi possono essere riutilizzati. L’etichetta dovrà anche indicare il materiale di cui è composto l’imballaggio e il flusso di rifiuti corrispondente. Le industrie degli imballaggi monouso dovranno investire nella transizione – spiega la Commissione – ma le ripercussioni sull’economia e sulla creazione di posti di lavoro nell’UE saranno positive.

E allora perché questo provvedimento così innovativo genera forti malumori in Italia?

Alla fine, entro il 2030, la sola promozione del riutilizzo dovrebbe portare a oltre 600 mila posti di lavoro in questo settore, molti dei quali presso piccole e medie imprese locali forti. Ma questa si prepara ad essere una svolta già contestata dal governo italiano.

Ridurre i rifiuti aiuta l’Economia Circolare🌲.

Federica Rochira

APPROFONDIMENTI

Regolamento UE Imballaggi 30 novembre 2022