“Mai l’umanità ha avuto tanto potere su sé stessa
e niente garantisce che lo utilizzerà bene, soprattutto
se si considera il modo in cui se ne sta servendo.
In quali mani sta e in quali può giungere tanto potere?
È terribilmente rischioso che esso risieda in una
piccola parte dell’umanità”

Come aveva preannunciato, il 4 ottobre, ricorrenza di S. Francesco, Jorge Mario Bergoglio, al secolo Papa Francesco, 266º papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma, ha diffuso la sua esortazione apostolica dal titolo Laudate Deum, da lui stesso definita come un aggiornamento della sua precedente Enciclica Laudato Sì del maggio 2015.

Il testo (che potrete scaricare dal link in calce a questo articolo, insieme a quello della precedente enciclica) non ha trovato sui media lo spazio che meritava un intervento di un Pontefice, interlocutore di tutti i governanti del mondo, investito dei suoi poteri direttamente da Dio (secondo la concezione teocratica), suprema autorità, non solo spirituale ma anche politica, su oltre 2,3 miliardi di credenti nel mondo (anche in Italia il cristianesimo, in particolare quello cattolico, è la religione più praticata in assoluto, da circa l’80% della popolazione): sarà forse perché, anche questa volta, Francesco dice cose scomode? Infatti, questa volta, a differenza di otto anni fa, è stato molto più diretto e incisivo, ampliando e completando il messaggio dell’enciclica Laudato sì sulla cura della casa comune e sull’ecologia integrale.

Ve ne diamo un piccolo assaggio perché la raccomandazione apostolica va letta per intero da politici, imprenditori, governanti, cittadini credenti e non, e va tradotta in pratica quotidiana, ciascuno in ragione del ruolo che svolge nel mondo.

Francesco ha lasciato poco spazio ad interpretazioni di comodo, andando impietosamente dritto nelle sue affermazioni. E inizia da una semplice osservazione della quotidianità:

Con il passare del tempo, mi rendo conto che non reagiamo abbastanza, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura. Al di là di questa possibilità, non c’è dubbio che l’impatto del cambiamento climatico danneggerà sempre più la vita di molte persone e famiglie. Ne sentiremo gli effetti in termini di salute, lavoro, accesso alle risorse, abitazioni, migrazioni forzate e in altri ambiti.”

I governanti di tutto il mondo, ma anche ogni singolo cittadino, dovrebbe definitivamente prendere coscienza che, al di là di ogni più ottimistica previsione, sarà questo, se non si interviene subito, il destino della nostra e delle future generazioni, perché

Per quanto si cerchi di negarli, nasconderli, dissimularli o relativizzarli, i segni del cambiamento climatico sono lì, sempre più evidenti.”

Le cause di questa situazione sono individuate e indicate chiaramente:

L’origine umana – “antropica” – del cambiamento climatico non può più essere messa in dubbio”.

E a chi nega l’evidenza, sono dedicati due paragrafi:

Negli ultimi anni non sono mancate le persone che hanno cercato di minimizzare questa osservazione. Citano dati presumibilmente scientifici, come il fatto che il pianeta ha sempre avuto e avrà sempre periodi di raffreddamento e riscaldamento. Trascurano di menzionare un altro dato rilevante: quello a cui stiamo assistendo ora è un’insolita accelerazione del riscaldamento, con una velocità tale che basta una sola generazione – non secoli o millenni – per accorgersene. L’innalzamento del livello del mare e lo scioglimento dei ghiacciai possono essere facilmente percepiti da una persona nell’arco della sua vita, e probabilmente tra pochi anni molte popolazioni dovranno spostare le loro case a causa di questi eventi.

Per porre in ridicolo chi parla di riscaldamento globale, si ricorre al fatto che si verificano di frequente anche freddi estremi. Si dimentica che questi e altri sintomi straordinari sono solo espressioni alternative della stessa causa: lo squilibrio globale causato dal riscaldamento del pianeta. Siccità e alluvioni, prosciugamento di laghi e popolazioni spazzate via da maremoti o inondazioni hanno in fondo la stessa origine. D’altra parte, se parliamo di un fenomeno globale, non possiamo confonderlo con eventi transitori e mutevoli, che sono in gran parte spiegati da fattori locali.”

E Francesco non manca neppure di replicare alla ricorrente fake di chi sostiene che la transizione ecologica, rallenti lo sviluppo economico: “

Spesso si dice anche che gli sforzi per mitigare il cambiamento climatico riducendo l’uso di combustibili fossili e sviluppando forme di energia più pulita porteranno a una riduzione dei posti di lavoro. Ciò che sta accadendo è che milioni di persone perdono il lavoro a causa delle varie conseguenze del cambiamento climatico: l’innalzamento del livello del mare, la siccità e molti altri fenomeni che colpiscono il pianeta hanno lasciato parecchia gente alla deriva. D’altra parte, la transizione verso forme di energia rinnovabile, ben gestita, così come tutti gli sforzi per adattarsi ai danni del cambiamento climatico, sono in grado di generare innumerevoli posti di lavoro in diversi settori.”

Gli altri capitoli sono dedicati, senza alcun dubbio narrativo, al panorama dei danni e dei rischi connessi ai cambiamenti climatici; all’uso distorto del potere economico, delle tecnocrazie, della finanza; ai ruoli della scienza, della tecnologia ma anche della politica internazionale; alla difesa dei poveri; ai diversi contesti mondiali; al ruolo delle Conferenza globali, con tanto di indicazioni per la prossima Cop 28 di Dubai; alle motivazioni spirituali.

Buona lettura, perché “Siamo appena in tempo per evitare danni ancora più drammatici” (cit.).