Un giorno per ricordare chi ha già pagato il prezzo della crisi e per rafforzare l’azione collettiva. Il cambiamento climatico non è più una minaccia lontana. Sta già causando danni sempre più gravi in Europa e nel mondo, e colpisce con maggiore intensità le persone più vulnerabili e meno responsabili del problema. Con questa consapevolezza, l’Unione Europea ha istituito il 15 luglio come Giornata europea per le vittime della crisi climatica globale, a partire dal 2025. La scelta della data è fortemente simbolica: il 15 luglio 2021 è stato uno dei giorni più tragici delle inondazioni che hanno devastato l’Europa centrale, causando la morte di oltre 220 persone. È un giorno che segna il momento in cui l’Europa ha toccato con mano gli effetti devastanti di un clima sempre più instabile. Secondo i dati ufficiali raccolti nel factsheet “Climate Change” della Commissione europea, gli impatti del cambiamento climatico stanno crescendo rapidamente, sia in termini umani sia economici con oltre 195.000 morti in Europa e perdite economiche attribuibili a eventi legati al clima (inondazioni, incendi, tempeste, siccità, ondate di calore) che ammontano a oltre 650 miliardi di euro. In questo scenario allarmante, l’istituzione di una giornata di commemorazione assume un doppio significato: ricordare chi ha perso la vita o ha subito danni irreparabili a causa della crisi climatica, ma anche richiamare con forza l’urgenza di accelerare la risposta collettiva. Come sottolinea il factsheet, l’Unione europea si è impegnata a diventare climaticamente neutrale entro il 2050, con azioni concrete per ridurre le emissioni, adattarsi agli impatti in corso e rafforzare la resilienza sociale ed economica. Tuttavia, i dati dimostrano che la strada è ancora lunga e che non tutti i territori sono sufficientemente preparati. La crisi climatica è ingiusta, perché colpisce più duramente le persone che hanno meno risorse per proteggersi, ed è proprio per questo che la risposta deve essere equa, inclusiva, e tempestiva. La Giornata del 15 luglio rappresenta dunque un momento di memoria e mobilitazione. Non è solo un’occasione simbolica, ma un appello etico e politico rivolto a cittadini, governi, istituzioni, imprese. Ricordare le vittime del cambiamento climatico significa assumersi la responsabilità di evitarne di nuove. Non nel prossimo secolo, ma oggi.

 

Il cambiamento climatico non è un rischio ipotetico né un problema di domani. È una crisi in atto, che provoca conseguenze reali, misurabili e sempre più drammatiche in termini umani, sociali ed economici. Di fronte a questa realtà, l’Unione Europea ha deciso di istituire, a partire dal 2025, la Giornata europea per le vittime della crisi climatica globale, fissata per il 15 luglio.
Questa data non è casuale. Il 15 luglio 2021 fu uno dei giorni peggiori delle inondazioni mortali che colpirono l’Europa centrale, in particolare Germania, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi. In quelle ore persero la vita oltre 220 persone: un trauma collettivo che rivelò quanto anche il “cuore” dell’Europa fosse esposto alle conseguenze estreme del riscaldamento globale.

UNA CRISI UMANA, NON SOLO AMBIENTALE
Secondo la Commissione Europea:

  • Dal 1980 ad oggi, oltre 195.000 persone sono morte in Europa a causa di eventi climatici estremi (ondate di calore, inondazioni, incendi, siccità, tempeste).
  • Le perdite economiche cumulate superano i 650 miliardi di euro.
  • Il numero di europei esposti a ondate di calore è aumentato del 57% tra il 2000 e il 2020.
  • In assenza di interventi, i danni economici potrebbero salire fino a 170 miliardi di euro l’anno entro il 2100.
  • Solo un terzo dei comuni europei ha un piano di adattamento climatico attivo, nonostante oltre metà delle città sia vulnerabile agli impatti del clima.

Le cifre ci parlano chiaro: il cambiamento climatico non colpisce tutti allo stesso modo. Le comunità più vulnerabili – per reddito, posizione geografica, età o fragilità sociale – sono anche le meno attrezzate per difendersi. Eppure, sono proprio loro a subire le conseguenze più gravi.

L’ITALIA TRA CONSAPEVOLEZZA COLLETTIVA E DISTANZA INDIVIDUALE
L’Eurobarometro 2025 fornisce una fotografia interessante dell’atteggiamento degli italiani:

  • L’86% ritiene il cambiamento climatico un problema serio.
  • L’84% sostiene l’obiettivo UE di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
  • Il 93% è favorevole a una maggiore promozione delle energie rinnovabili da parte dell’UE.
  • L’82% pensa che ridurre la dipendenza dai combustibili fossili extra-UE aumenterebbe la sicurezza energetica e porterebbe benefici economici.

Tuttavia, emergono anche criticità evidenti:

  • Solo il 52% degli italiani si sente personalmente esposto ai rischi climatici, come incendi, inondazioni, ondate di calore o inquinamento.
  • Solo il 46% ha adottato azioni concrete negli ultimi sei mesi per contrastare il cambiamento climatico: un dato che posiziona l’Italia tra gli ultimi cinque Paesi dell’UE per impegno individuale.
  • Il 71% ritiene che debba essere lo Stato, più che il singolo cittadino, a guidare la risposta alla crisi.
  • Il 49% dichiara difficoltà a distinguere tra informazioni attendibili e non attendibili sui social media, e il 52% considera i media tradizionali poco chiari nel trattare le cause e gli effetti del cambiamento climatico.
  • Preoccupa infine il calo di chi considera il cambiamento climatico la priorità assoluta dell’Unione: erano il 19% nel 2019, ma sono solo l’11% nel 2025.

Questi dati rivelano una disconnessione tra consapevolezza collettiva e percezione personale del rischio. Il cambiamento climatico è riconosciuto come importante, ma non ancora “vicino”, concreto, urgente a livello individuale.

IL SIGNIFICATO PROFONDO DELLA GIORNATA DEL 15 LUGLIO
La Giornata europea per le vittime del cambiamento climatico ha un duplice obiettivo:

  1. Commemorare chi ha perso la vita, la casa, la salute o il proprio sostentamento a causa di disastri climatici sempre più frequenti e gravi.
  2. Richiamare all’azione, ricordando che ogni vittima è anche il risultato di scelte politiche rimandate, di inazioni, di priorità invertite.

Questa giornata invita a riflettere su come costruire una società più resiliente e giusta, in cui nessuno venga lasciato solo di fronte a incendi, alluvioni, carestie o caldo estremo. E chiede un’assunzione di responsabilità da parte di tutti: governi, imprese, media, cittadini.

Cosa accade in Europa e in Italia
In occasione della Giornata del 15 luglio, la Commissione europea ha organizzato una cerimonia commemorativa ufficiale a Bruxelles, con la partecipazione di autorità, scienziati, attivisti e rappresentanti delle comunità colpite.
Anche in Italia sono previste numerose iniziative locali: letture pubbliche, installazioni artistiche, conferenze, attività nelle scuole, eventi civici.

LA MEMORIA DEVE DIVENTARE AZIONE
Ricordare le vittime del cambiamento climatico significa riconoscere il prezzo umano di una crisi globale che non possiamo più permetterci di ignorare o minimizzare. Non si tratta solo di fare lutto, ma di agire con urgenza per evitare nuove perdite. Il 15 luglio non deve essere una parentesi emotiva, ma un appuntamento annuale di coscienza collettiva, un giorno in cui l’Europa si guarda allo specchio e si chiede: “Cosa stiamo facendo per non aggiungere altri nomi a questa lista?
La Giornata del 15 luglio rappresenta dunque un momento di memoria e mobilitazione. Non è solo un’occasione simbolica, ma un appello etico e politico rivolto a cittadini, governi, istituzioni, imprese. Ricordare le vittime del cambiamento climatico significa assumersi la responsabilità di evitarne di nuove. Non nel prossimo secolo, ma oggi.

Perché ogni vittima del cambiamento climatico è un fallimento della politica, dell’informazione, della prevenzione. E ogni giorno senza cambiamento è una responsabilità che pesa sul futuro di tutti.

Giuseppe d’Ippolito


Giornata dell’UE per le vittime della crisi climatica globale – Commissione europea