
Oggi più che mai, i Comuni si trovano in prima linea di fronte agli effetti concreti del cambiamento climatico: ondate di calore, piogge intense, bollette energetiche in aumento, inquinamento e consumo di suolo. Non si tratta più solo di grandi questioni globali, ma di problemi che riguardano direttamente la vita quotidiana delle persone. Per questo motivo è fondamentale che chi si candida a governare un territorio abbia un piano chiaro, concreto e lungimirante per affrontare queste sfide. Il PAESC – Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima – è lo strumento che l’Unione Europea mette a disposizione dei Comuni per pianificare azioni efficaci contro la crisi climatica, migliorare l’efficienza energetica, promuovere le fonti rinnovabili e proteggere il territorio dagli impatti ambientali. Non si tratta di un semplice documento tecnico, ma di una vera e propria bussola per costruire un futuro più sostenibile, sicuro e vivibile per tutti. Con l’avvicinarsi delle elezioni amministrative, candidarsi alla guida di un Comune significa anche assumersi la responsabilità di pensare al domani. Approvare o aggiornare il PAESC è una scelta strategica che dimostra serietà, visione e impegno verso la comunità. In questo articolo spiego in modo chiaro e dettagliato cos’è il PAESC, come funziona, da dove nasce, e perché ogni candidato dovrebbe includerlo nel proprio programma di mandato.
Con l’avvicinarsi delle elezioni amministrative di maggio, è il momento per i candidati a sindaco di mostrare una visione chiara e concreta per il futuro delle proprie città. In un contesto segnato da crisi climatiche, caro energia e crescente pressione da parte dei cittadini per una transizione ecologica equa, una delle proposte più forti e credibili che un candidato può mettere al centro del proprio programma è l’approvazione e l’attuazione del PAESC.
Ma cos’è esattamente il PAESC? E perché dovrebbe essere una priorità per ogni amministrazione comunale?
Cos’è il PAESC?
Il PAESC, ovvero il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima, è lo strumento con cui un comune aderente al Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia si impegna formalmente a:
• ridurre le emissioni di CO₂ almeno del 40% entro il 2030,
• aumentare l’efficienza energetica e l’uso delle fonti rinnovabili,
• adattarsi ai cambiamenti climatici, attraverso strategie di resilienza urbana.
Il PAESC non è un documento teorico, ma un piano operativo, basato su un inventario delle emissioni locali e su un’analisi dei rischi climatici. Esso delinea interventi concreti nei settori chiave: edilizia pubblica e privata, mobilità, illuminazione, rifiuti, produzione e consumo energetico, uso del suolo, verde urbano.
IL PAESC (Sustainable Energy and Climate Action Plan)
Il PAESC è l’evoluzione del precedente PAES (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile). Mentre il PAES si concentrava sulla mitigazione (cioè, ridurre le emissioni di CO₂), il PAESC integra anche l’adattamento, ovvero le misure per affrontare gli effetti già in atto del cambiamento climatico (ondate di calore, alluvioni, siccità).
Contenuti del PAESC:
Inventario di Base delle Emissioni (BEI): analisi delle emissioni climalteranti del territorio comunale.
Valutazione dei Rischi e delle Vulnerabilità Climatiche (RVCA): per capire a quali eventi climatici il territorio è più esposto.
Obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030 (minimo -40% rispetto all’anno base, con indicazioni per superarlo). Misure e azioni concrete, in ambiti come:
• edilizia pubblica e privata,
• trasporti e mobilità sostenibile,
• efficienza energetica e fonti rinnovabili,
• gestione dei rifiuti,
• verde urbano e risorse idriche,
• adattamento climatico.
Sistema di monitoraggio e rendicontazione ogni 2 anni.
Le basi giuridiche e i riferimenti europei
Il PAESC trova il suo fondamento normativo e programmatico nei seguenti atti dell’Unione Europea:
1. Regolamento (UE) 2018/1999 sulla governance dell’Unione dell’energia e dell’azione per il clima.
2. Regolamento (UE) 2021/1119 (Legge sul clima): impone agli Stati membri di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
3. Direttiva (UE) 2023/1791 (rifusione della Direttiva sull’efficienza energetica): coinvolge gli enti locali nei piani di decarbonizzazione e nelle comunità energetiche.
4. Green Deal europeo e Missione “Adattamento climatico” di Horizon Europe: richiedono la partecipazione attiva delle città.
5. Patto dei Sindaci (iniziativa non vincolante ma sostenuta dalla Commissione UE e dal Comitato delle Regioni): oggi oltre 10.000 Comuni aderenti, di cui più di 4.000 in Italia.
In sintesi, il PAESC è uno strumento di pianificazione energetico-climatica locale,
radicato nelle politiche europee e internazionali sul clima, utile per ottenere risorse e vantaggi concreti per i cittadini.
Ogni futuro sindaco dovrebbe prevedere nel proprio programma:
• l’avvio o l’aggiornamento del PAESC entro i primi 6-12 mesi di mandato,
• la partecipazione al Patto dei Sindaci (se non già firmatari),
• la costruzione partecipata del piano, rendendolo uno strumento democratico e trasparente.
Il PAESC non è obbligatorio per legge, ma è condizione necessaria per partecipare a molte linee di finanziamento europee e nazionali dedicate alla transizione ecologica (PNRR, REPowerEU, programmi LIFE, Horizon Europe, NextGenerationEU, ecc.).
Perché il PAESC è strategico per i Comuni?
Accesso ai finanziamenti europei e nazionali
Il PAESC è spesso una condizione necessaria per accedere a fondi del PNRR, del Green Deal europeo, del Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica e di numerosi bandi regionali. Senza un PAESC aggiornato e approvato, molti comuni restano esclusi dalle opportunità economiche legate alla transizione verde.
Riduzione dei costi energetici
Interventi di efficienza negli edifici pubblici, nella rete di illuminazione o nel trasporto urbano riducono le spese comunali. Un buon PAESC consente al comune di pianificare questi interventi con una visione d’insieme, ottenendo risparmi duraturi.
Tutela della salute e qualità della vita
Ridurre le emissioni significa migliorare la qualità dell’aria, limitare le ondate di calore, favorire la mobilità attiva e gli spazi verdi. Tutto questo si traduce in benefici diretti per i cittadini, soprattutto per bambini, anziani e soggetti fragili.
Partecipazione e coesione sociale
Il processo di elaborazione del PAESC può diventare un’occasione per coinvolgere attivamente cittadini, imprese, scuole e associazioni, rafforzando il legame tra amministrazione e comunità.
Il ruolo dei Comuni italiani
In Italia, le Regioni incoraggiano i Comuni a dotarsi di un PAESC, spesso prevedendo:
• supporto tecnico gratuito (come in Emilia-Romagna, Piemonte, Toscana),
• finanziamenti mirati per la redazione dei PAESC,
• premialità nei bandi regionali e PNRR.
Molti PAESC sono redatti in collaborazione con agenzie regionali per l’energia (ad esempio ARPAE, AESS, ENEA), università o strutture tecniche condivise tra Comuni (come le Unioni di Comuni o le Città Metropolitane), Ambasciatori dell’European Climate Pact attraverso la loro associazione EuCliPA (link al sito in questa pagina ne IL MEGLIO DAL WEB).
Molti Comuni italiani – grandi e piccoli – hanno già adottato PAESC ambiziosi. Tra questi: Milano, Bologna, Padova, Prato, Lecce, Pesaro, ma anche realtà minori come Gagliano del Capo (LE) o Capannori (LU).
Una proposta concreta per i candidati
Per i candidati alle amministrative di maggio, l’approvazione del PAESC può diventare un punto forte della propria proposta programmatica, anche con il coinvolgimento delle scuole, delle associazioni e delle imprese locali.
Per distinguersi in questa campagna elettorale, ogni candidato sindaco dovrebbe assumere un impegno pubblico:
“Entro i primi 6 mesi dall’insediamento, promuoverò l’adozione o l’aggiornamento del PAESC, costruendo il piano in modo partecipato e trasparente, con l’obiettivo di rendere il nostro comune un esempio di sostenibilità e resilienza climatica.”
Chi si candida a guidare un Comune nel 2025 non può ignorare la sfida ambientale e climatica: farlo significa perdere l’occasione di guidare l’innovazione, accedere a risorse, tutelare i cittadini.
Conclusione
Il PAESC è molto più di un adempimento burocratico: è un atto di responsabilità politica, sociale ed economica. Per questo, alle prossime elezioni, chiediamo ai candidati di prendere posizione in modo chiaro. Il futuro dei territori passa anche da qui.
Per i candidati sindaco, includere il PAESC nel programma di mandato significa scegliere una visione concreta e responsabile del futuro. Non si tratta solo di ambiente, ma di salute pubblica, sicurezza del territorio, qualità della vita, accesso ai fondi europei e creazione di opportunità locali.
Per i cittadini, chiedere al proprio Comune di adottare (o aggiornare) un PAESC vuol dire pretendere politiche serie e trasparenti per affrontare la crisi climatica, senza slogan ma con impegni misurabili.
Il cambiamento parte dal basso, e i Comuni sono la prima istituzione capace di trasformare le promesse in azioni. È il momento di scegliere leader che sappiano guidare davvero questa transizione. Il PAESC è il primo passo concreto per farlo.
Diffondi il PAESC nel tuo comune (qui)
Giuseppe d’Ippolito