Il governo italiano, sostenuto da quasi tutti i media,
cerca di bloccare gli attivisti ambientali.
Ma di interventi per mitigare i mutamenti climatici
ne abbiamo visti pochi, anzi nessuno.

 In uno dei nostri precedenti interventi, già nel novembre scorso (qui), abbiamo trattato il tema attuale degli attivisti ambientali lasciando i nostri lettori con un interrogativo “Chi è oggi il criminale? Gente comune che cerca di invertire la rotta o Governi che pur di perseguire i loro scopi si dimostrano sempre più sordi?”  Abbiamo anche lanciato, on line, un sondaggio, nel quale l’87% dei nostri lettori si è espresso a favore degli attivisti ambientali manifestando serie preoccupazioni per i mutamenti del clima e scarsa fiducia negli interventi degli Stati. Tendenza confermata, prima e poi, in altri sondaggi ben più scientifici del nostro, da “Wise Topics Ambiente & Scienza”, a “People and Planet”, a “Ipsos”, a “SkyTG24”, dai quali tutti si evidenziava che almeno un italiano su due è preoccupato per il collasso climatico.   Addirittura,  nell’ottobre 2021 l’Huffington Post pubblicava un sondaggio dell’ Istituto Affari Internazionali (qui) dove si affermava che il clima preoccupa gli italiani più del Covid. Intanto i follower sui canali social di Ultima Generazione continuavano ad aumentare.

Evidentemente, però, tante iniziative e informazioni per sollecitare la coscienza collettiva danno fastidio a qualcuno. Ed è partita la contraerea. Tv, giornali e media tutti, non potevano non dare spazio alle varie iniziative ecologiste, ma si è iniziato con un tiepido dire “il merito del problema è giusto, il metodo è sbagliato [cit. PD]”, e si è arrivati, ben più energicamente, a gridare “eco imbecilli [cit. Libero], criminali, eco delinquenti [cit. Il Giornale], associazione a delinquere” [cit. procura di Padova]”. Ultimamente è stata messa in campo un’altra strategia, a cui gli italiani sono sempre sensibili, per distrarre la coscienza collettiva, parlare di quattrini spesi: “gli interventi degli attivisti toccano la tasca dei contribuenti per riparare i danni che provocano” (cit. ministro Sangiuliano) e giù gli importi, in un turbinio di cifre che lascia stupefatti per la fantasia di chi li declina: “5mila euro per il portone del Senato, 10mila per il palazzo di Firenze, 50mila, no 100mila anzi 200mila, per la statua equestre di Vittorio Emanuele a Milano”. Chi offre di più? Alla fine, per raffreddare definitivamente gli entusiasmi di quel 50% di italiani preoccupati per la salute del pianeta e che plaudono ai giovani attivisti, è intervenuto il Governo. Così, il Consiglio dei ministri ha approvato un provvedimento di legge recante «Disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici».  Peccato che, a distanza di mesi, possiamo affermare con assoluta certezza che il Governo italiano anziché allinearsi ed impegnarsi, come tutti gli altri Paesi Europei, a raggiungere gli impegni presi sull’ecosostenibilità, eco mobilità e per le riduzioni delle emissioni a impatto zero, prende tempo, considerando gli impegni presi nella famosissima Agenda2030, come un bugiardino da consultare solo sotto previa somministrazione di effetti collaterali. A distanza di mesi attendiamo ancora la stesura definitiva del PNIEC. Il PNIEC è lo strumento con cui gli Stati Membri identificano politiche e misure per il raggiungimento degli obiettivi energia e clima al 2030. Ordunque quali sono queste misure o politiche da raggiungere?

Al momento l’unico obiettivo da raggiungere per il Governo italiano è quello di bloccare, ostacolare e negare qualsiasi manifestazione ambientale messa in atto dagli attivisti climatici con sanzioni da 20mila a 60mila euro per chi imbratta o danneggia beni culturali. E in Europa continuiamo a marciare in senso opposto e contrario agli obbiettivi del New Green Deal, isolando sempre più l’Italia.Perché continuiamo a rimanere sordi e a identificare questi attivisti come il male odierno mentre con le loro azioni, non violente, cercano solamente di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’ambiente? Perché ci ostiniamo a diventare uno Stato sempre più autoritario che si accinge a negare la possibilità di manifestare pacificamente? Gli interrogativi sono molti e ledono la coscienza di tutti quanti noi, l’emergenza climatica è una realtà attuale e le misure messe in campo da tutti i Paesi europei non bastano, non sono sufficienti se a livello politico le scelte che vengono prese sono solo motivate da interessi economici di pochi e non dal bene collettivo. A voi, giriamo la domanda: chi sono i veri eco imbecilli?

E scusateci se questo nostro intervento viene pubblicato nella rubrica Green News, tra un po’ la trasformeremo nella rubrica Dark News.

Federica Rochira Website Founder