Quando la diplomazia fallisce, resta il diritto. Nel cuore de L’Aia, nel solenne Palazzo della Pace, siede il più alto giudice del mondo: la Corte Internazionale di Giustizia. È qui che gli Stati si confrontano non con le armi, ma con argomenti giuridici, e dove la legge internazionale prende forma, si interpreta e si applica. Mentre l’emergenza climatica accelera e i confini tra inazione politica e violazione dei diritti umani si fanno sempre più labili, la CIJ si ritrova al centro della scena globale, chiamata a rispondere a una domanda cruciale: gli Stati possono essere ritenuti legalmente responsabili per il cambiamento climatico? Per comprendere la portata storica del parere consultivo del 18 luglio 2025, che segna un punto di svolta nella giustizia climatica internazionale, è fondamentale partire dalle basi: cos’è la Corte Internazionale di Giustizia, come funziona, quando interviene e perché oggi è più rilevante che mai. In questo articolo, esploriamo l’identità, le competenze e il ruolo crescente della CIJ nel garantire che il diritto internazionale non resti lettera morta — anche di fronte alla crisi più grande del nostro tempo.

 

COS’È LA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA
La Corte Internazionale di Giustizia (CIJ) è il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite. Istituita nel 1945 con lo Statuto delle Nazioni Unite e operativa dal 1946, ha sede nel Palazzo della Pace a L’Aia, nei Paesi Bassi.
È l’unica corte internazionale con competenza generale a dirimere controversie tra Stati secondo il diritto internazionale, ed è anche l’unico tribunale giuridico internazionale che fa parte direttamente del sistema ONU. Non va confusa con la Corte Penale Internazionale, anch’essa con sede all’Aia, ma dotata di competenza penale individuale.

edificio in cemento rosso, bianco e verdeCOME FUNZIONA LA CORTE
La CIJ è composta da 15 giudici eletti per un mandato di nove anni, rinnovabile, dall’Assemblea Generale e dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che devono votare separatamente ma in modo coordinato. I giudici devono rappresentare i principali sistemi giuridici del mondo e non possono avere due giudici della stessa nazionalità in carica contemporaneamente.
Il lavoro della Corte si articola in due grandi funzioni:

  1. Giurisdizione contenziosa – risoluzione di controversie legali tra Stati (non tra individui), con decisioni vincolanti.
  2. Pareri consultivi (advisory opinions) – interpretazioni giuridiche fornite su richiesta di organi delle Nazioni Unite o agenzie specializzate su questioni di diritto internazionale, non vincolanti ma altamente autorevoli.

COME SI PUÒ RICORRERE ALLA CORTE
La Corte può essere adita:

  • Direttamente da uno Stato parte dello Statuto, per controversie con altri Stati (ambito contenzioso).
  • Su richiesta di parere da parte di organi delle Nazioni Unite (come l’Assemblea Generale o il Consiglio di Sicurezza) o da agenzie specializzate ONU, per ottenere una valutazione legale su una questione di diritto internazionale (ambito consultivo).

 

Nel caso dei procedimenti contenziosi, la Corte ha giurisdizione solo se entrambi gli Stati coinvolti hanno accettato la sua competenza, attraverso:

  • una clausola compromissoria in un trattato;
  • una dichiarazione unilaterale ai sensi dello Statuto della CIJ (art. 36);
  • un accordo ad hoc tra le parti.

SEDE E STRUTTURA
La Corte opera dal Palais de la Paix (Palazzo della Pace), costruito nei primi anni del Novecento come simbolo della diplomazia e della risoluzione pacifica delle controversie. Oltre alla grande aula delle udienze pubbliche, la Corte dispone di sezioni per il lavoro interno, biblioteche giuridiche e uffici amministrativi.

Un grande edificio con molte bandiere di fronteLA RICHIESTA DEL PARERE DEL 2025: COME NASCE
Il parere consultivo reso il 23 luglio 2025, intitolato “Advisory Opinion on the Obligations of States in Respect of Climate Change”, nasce da una richiesta formale presentata all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite da un gruppo di piccoli Stati insulari guidati da Vanuatu nel marzo 2023, preoccupati per l’impatto devastante del cambiamento climatico sui diritti umani, sulla sicurezza e sulla sopravvivenza stessa delle loro popolazioni.
L’Assemblea Generale ha accolto l’istanza con una risoluzione adottata a larga maggioranza il 29 marzo 2023, in cui si chiedeva alla Corte di chiarire gli obblighi giuridici internazionali degli Stati in relazione alla protezione del clima e le conseguenze giuridiche della loro inazione.
Gli estremi della richiesta:

  • Organo richiedente: Assemblea Generale ONU
  • Data della risoluzione di rinvio: 29 marzo 2023
  • Data di pubblicazione del parere: 18 luglio 2025
  • Caso n. 187Request for an Advisory Opinion on the Obligations of States in Respect of Climate Change
  • Corte Internazionale di Giustizia – sito ufficiale: cliccando qui
  • Link ufficiale alla sentenza: cliccando qui

 

PRECEDENTI IN MATERIA AMBIENTALE
Sebbene non siano numerosi, esistono alcuni precedenti rilevanti in cui la CIJ ha trattato questioni legate all’ambiente e alla protezione della natura:

  1. Caso Gabcíkovo-Nagymaros (1997) – Slovacchia vs Ungheria
    La Corte affermò che la protezione dell’ambiente è un principio essenziale del diritto internazionale contemporaneo, da considerare anche nei trattati bilaterali.
  2. Caso Pulp Mills on the River Uruguay (2010) – Argentina vs Uruguay
    La Corte ribadì l’obbligo di valutazione d’impatto ambientale transfrontaliero, qualificandolo come parte integrante del diritto consuetudinario internazionale.
  3. Parere consultivo su Armi nucleari (1996)
    Pur centrato sulle armi nucleari, la Corte riconobbe che gli Stati hanno un dovere generale di curare l’ambiente globale, anche nei contesti bellici.

Questi precedenti hanno gradualmente contribuito a costruire un corpus di giurisprudenza ambientale su cui si fonda anche il più recente parere sul cambiamento climatico.

PERCHÉ È IMPORTANTE CONOSCERE LA CIJ OGGI
La Corte Internazionale di Giustizia rappresenta una delle massime espressioni della legalità internazionale. In un’epoca di crisi climatica, guerre, e crescenti disuguaglianze globali, la sua funzione consultiva e giudicante assume un peso crescente nel delineare standard giuridici vincolanti e nel rafforzare la responsabilità degli Stati.
Il parere del 2025, che è oggetto di uno specifico approfondimento dedicato nell’ articolo in questa pagina nella rubrica SPIGOLANDO, segna una svolta epocale: per la prima volta, la crisi climatica è formalmente inquadrata come una questione di obblighi legali e di diritti umani violati.
Ma per comprenderne appieno il significato e le conseguenze, è fondamentale partire da qui: da una piena conoscenza di cosa sia la Corte, come funzioni e quali strumenti giuridici essa rappresenti per il futuro del pianeta.

Hèléne Martin