La crisi climatica e la perdita di biodiversità impongono un ripensamento radicale del modello agricolo europeo. Per questo, la transizione verso pratiche più sostenibili è diventata una priorità assoluta dell’Unione Europea, che attraverso il Green Deal ha fissato obiettivi ambiziosi per ridurre drasticamente l’uso di pesticidi chimici dannosi per la salute umana e per l’ambiente. In questo contesto, i biopesticidi — prodotti derivati da microrganismi, sostanze naturali o tecnologie biologiche innovative — rappresentano una delle più promettenti alternative per garantire una difesa efficace delle colture, riducendo al contempo l’impatto ecologico e migliorando la salute del suolo e della biodiversità. Tuttavia, il percorso verso un’agricoltura veramente sostenibile è stato finora ostacolato da un meccanismo di autorizzazione troppo lento e complesso: in Europa, ottenere l’approvazione per un biopesticida può richiedere fino a 7–9 anni, molto più rispetto ad altri Paesi come Stati Uniti, Canada o Brasile, dove i tempi sono nettamente inferiori. Questo gap normativo ha frenato l’innovazione e la diffusione di soluzioni naturali, rallentando la riduzione dei pesticidi chimici e, quindi, la lotta concreta contro l’inquinamento e la perdita di biodiversità. Consapevole di questa criticità, la Commissione Europea si appresta a lanciare una procedura fast-track dedicata ai biopesticidi, un provvedimento innovativo che mira a snellire i processi di valutazione e autorizzazione, garantendo tempi più brevi e maggiore certezza normativa. Questa iniziativa, attesa entro la fine del 2025, rappresenta un passaggio strategico per supportare gli agricoltori europei nel loro percorso verso metodi di coltivazione più verdi e sostenibili, ma anche per rafforzare la competitività dell’industria europea del biocontrollo sul mercato globale. In questo articolo esploreremo in dettaglio cosa prevede la nuova normativa, come si svolgerà il suo iter legislativo e quali impatti concreti potrà avere sull’ambiente, sull’agricoltura e sull’economia europea. Scopriremo anche le sfide aperte e le opportunità che questa rivoluzione normativa porta con sé, in un momento in cui la tutela del pianeta richiede scelte rapide e decise.

 

 

Una nuova normativa europea, attesa entro fine 2025, promette di rivoluzionare l’approvazione dei prodotti fitosanitari naturali, portando innovazione e sostenibilità nel cuore dell’agricoltura europea.
La crisi climatica e la perdita di biodiversità impongono un ripensamento radicale del modello agricolo europeo. Per questo, la transizione verso pratiche più sostenibili è diventata una priorità assoluta dell’Unione Europea, che attraverso il Green Deal ha fissato obiettivi ambiziosi per ridurre drasticamente l’uso di pesticidi chimici dannosi per la salute umana e per l’ambiente. In questo contesto, i biopesticidi — prodotti derivati da microrganismi, sostanze naturali o tecnologie biologiche innovative — rappresentano una delle più promettenti alternative per garantire una difesa efficace delle colture, riducendo al contempo l’impatto ecologico e migliorando la salute del suolo e della biodiversità.
Tuttavia, il percorso verso un’agricoltura veramente sostenibile è stato finora ostacolato da un meccanismo di autorizzazione troppo lento e complesso: in Europa, ottenere l’approvazione per un biopesticida può richiedere fino a 7–9 anni, molto più rispetto ad altri Paesi come Stati Uniti, Canada o Brasile, dove i tempi sono nettamente inferiori. Questo gap normativo ha frenato l’innovazione e la diffusione di soluzioni naturali, rallentando la riduzione dei pesticidi chimici e, quindi, la lotta concreta contro l’inquinamento e la perdita di biodiversità.
Consapevole di questa criticità, la Commissione Europea si appresta a lanciare una procedura fast-track dedicata ai biopesticidi, un provvedimento innovativo che mira a snellire i processi di valutazione e autorizzazione, garantendo tempi più brevi e maggiore certezza normativa. Questa iniziativa, attesa entro la fine del 2025, rappresenta un passaggio strategico per supportare gli agricoltori europei nel loro percorso verso metodi di coltivazione più verdi e sostenibili, ma anche per rafforzare la competitività dell’industria europea del biocontrollo sul mercato globale.

In questa immagine, vediamo un giardiniere professionista, vestito con una tuta protettiva blu completa e dotato di maschera respiratoria, che spruzza diligentemente le piante con una soluzione trattante in un giardino rigoglioso e soleggiato. La scena cattura la scrupolosa attenzione del giardiniere ai dettagli mentre si prende cura delle piante, assicurandone la salute e la protezione dai parassiti. La luce del primo mattino filtra attraverso il fitto fogliame, evidenziando la cura meticolosa che viene dedicata al mantenimento di un ambiente sano e rigoglioso in giardino.IL CONTESTO ITALIANO: TRA NUOVE APPROVAZIONI DI PESTICIDI CHIMICI E LA SPINTA VERSO IL BIOCONTROLLO.
Mentre l’Unione Europea spinge verso una riduzione drastica dei pesticidi chimici, in Italia continuano a susseguirsi decisioni controverse che sollevano dubbi sulla coerenza delle politiche ambientali e agricole nazionali. Recentemente, infatti, l’Italia ha approvato l’uso di alcuni pesticidi chimici che, nonostante i rischi ambientali e per la salute umana, restano largamente utilizzati.
Un esempio emblematico è il glifosato, erbicida ampiamente discusso a livello internazionale per i suoi potenziali effetti cancerogeni. Nel 2023, la Commissione Europea ha rinnovato l’autorizzazione all’uso di questo pesticida per altri dieci anni, con il sostegno del governo italiano. Nonostante la posizione favorevole italiana, la mancanza di una maggioranza qualificata a livello UE ha impedito l’approvazione definitiva, generando un acceso dibattito pubblico e politico.
Inoltre, l’Italia ha concesso deroghe per l’utilizzo del 1,3-dicloropropene, un pesticida considerato altamente tossico e vietato dall’UE dal 2022. L’autorizzazione temporanea per l’impiego in alcune coltivazioni specifiche, come fragole e meloni, ha suscitato preoccupazioni da parte di associazioni ambientaliste e operatori attenti alla sostenibilità.
Queste scelte evidenziano una certa ambivalenza nelle politiche italiane, che da un lato devono rispettare gli impegni europei per la transizione ecologica, dall’altro affrontano pressioni economiche e agricole che spesso rallentano l’abbandono delle sostanze chimiche più problematiche. Questo scenario rafforza l’urgenza di procedure più rapide e trasparenti per l’approvazione dei biopesticidi, come quella che l’UE sta per varare.

COSA PREVEDE LA NUOVA PROCEDURA FAST-TRACK
La Commissione ha annunciato l’arrivo, entro il quarto trimestre del 2025, di una proposta legislativa dedicata ai prodotti di biocontrollo (biopesticidi a base di microrganismi, sostanze naturali, RNA, feromoni ecc.). Il testo conterrà:
– definizioni giuridiche chiare delle sostanze attive a basso impatto;
– un meccanismo di autorizzazione provvisoria da parte degli Stati membri, già nella fase preliminare;
– una vera e propria procedura accelerata di valutazione, per garantire un accesso rapido al mercato europeo.
Si tratterebbe della prima misura concreta di un più ampio “Biotech Act”, atteso nel 2026, che riformerà il quadro normativo europeo per le innovazioni biologiche e naturali in agricoltura.

Gratis Agricoltura Foto a disposizioneL’ITER DEL PROVVEDIMENTO: TAPPE E PROTAGONISTI
L’iter legislativo del fast-track per i biopesticidi si articola in diverse fasi:
preparazione e consultazione pubblica (2024-2025): La Commissione europea ha avviato consultazioni con stakeholder, industrie, agricoltori e ONG per definire i criteri e le priorità del provvedimento.
Proposta legislativa (Q4 2025): La Commissione presenterà ufficialmente la proposta al Parlamento europeo e al Consiglio. Il testo conterrà le definizioni, la procedura di autorizzazione provvisoria e le modalità di fast-track.
Esame da parte del Parlamento e Consiglio (2026): I due organi legislativi discuteranno, eventualmente emenderanno e dovranno approvare la norma. Durante questa fase è previsto un forte confronto politico, soprattutto sulla armonizzazione delle autorizzazioni nazionali.
Adozione e pubblicazione: Una volta raggiunto l’accordo, la norma sarà pubblicata e entrerà in vigore, con una fase di transizione per implementare i nuovi processi.
Attuazione e monitoraggio (2026-2028): La Commissione, in collaborazione con EFSA e gli Stati membri, monitorerà l’applicazione del fast-track, raccogliendo dati su efficacia, sicurezza e impatti di mercato. Nel 2026 sarà presentato anche il più ampio Biotech Act, che completerà il quadro normativo.
Valutazione e possibile estensione: Dopo i primi anni di attuazione, si valuterà se estendere la procedura accelerata anche ad altri prodotti fitosanitari biologici a basso rischio.

UN “MOMENTO STORICO”, SECONDO GLI OPERATORI DEL SETTORE
Per l’IBMA (International Biocontrol Manufacturers Association), il nuovo pacchetto legislativo rappresenta un “momento storico” per l’agricoltura europea. “Il fast-track renderà finalmente possibile per gli agricoltori europei accedere a una gamma più ampia di soluzioni sostenibili“, afferma la presidente dell’associazione, Jennifer Lewis.
Il provvedimento è sostenuto anche da numerose realtà agricole e cooperative europee, che da anni chiedono un allineamento della normativa UE agli standard internazionali più agili. Un’agricoltura davvero verde non può infatti prescindere da strumenti efficaci per il controllo naturale dei parassiti, in grado di ridurre la dipendenza dai fitofarmaci chimici e di promuovere una maggiore salute del suolo, della biodiversità e degli ecosistemi.

Gratis Bancarella Di Verdure Foto a disposizioneIMPATTI ATTESI: PIÙ COMPETITIVITÀ, PIÙ SICUREZZA ALIMENTARE
L’accelerazione nell’approvazione dei biopesticidi non è solo una misura ecologica, ma anche economica e strategica. Secondo le stime della Commissione, l’adozione su larga scala di biocontrolli potrebbe:
incrementare la resilienza climatica delle colture,
ridurre i costi legati alla salute e alla contaminazione ambientale,
sostenere la sovranità alimentare europea e creare nuove opportunità per le PMI dell’agritech e della bioeconomia.

LE SFIDE APERTE: TRASPARENZA, ARMONIZZAZIONE E FIDUCIA PUBBLICA
Resta tuttavia da sciogliere il nodo della coerenza tra Stati membri, dato che l’autorizzazione provvisoria prevista dal fast-track sarà inizialmente a livello nazionale. Per evitare distorsioni di mercato o dumping normativo, sarà cruciale che l’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) mantenga un ruolo centrale nella valutazione scientifica delle sostanze.
Altro tema sensibile sarà la comunicazione al pubblico: è necessario evitare che i biopesticidi vengano percepiti come prodotti “sperimentali” o non regolamentati. Il successo della riforma dipenderà anche dalla capacità dell’UE di creare fiducia nei consumatori e negli operatori agricoli.

CONCLUSIONE: VERSO UN’AGRICOLTURA EUROPEA PIÙ VERDE E COMPETITIVA
Con l’annuncio della procedura fast-track, l’Unione Europea compie un passo deciso verso un’agricoltura più verde, più rapida e più in linea con le sfide ambientali e sanitarie del XXI secolo. La strada per la sostenibilità non può passare solo dalla proibizione, ma richiede alternative concrete, scientificamente fondate e accessibili.
Tuttavia, le recenti autorizzazioni italiane all’uso di pesticidi chimici controversi come il glifosato e il 1,3-dicloropropene indicano che la transizione è tutt’altro che lineare e che occorre una più netta coerenza politica e regolatoria per raggiungere gli ambiziosi obiettivi europei.
Il fast-track per i biopesticidi sarà dunque una misura fondamentale, ma va inserita in una strategia complessiva che coinvolga governi, industria, agricoltori e cittadini per garantire un futuro sano e sostenibile al settore agricolo europeo.

Hèléne Martin