
L’acqua è la risorsa più preziosa del nostro pianeta: senza di essa, la vita come la conosciamo non potrebbe esistere. In Europa, come nel resto del mondo, l’acqua è fondamentale non solo per il consumo umano, ma anche per l’agricoltura, l’industria, l’ambiente e la biodiversità. Tuttavia, l’aumento delle temperature, i cambiamenti climatici e gli eventi meteorologici estremi stanno mettendo a dura prova la disponibilità e la qualità delle risorse idriche. Siccità sempre più frequenti, ondate di calore intense e alluvioni improvvise sono diventate realtà quotidiane che rischiano di compromettere il benessere di milioni di persone, la sicurezza alimentare e la stabilità economica. Di fronte a queste sfide, il 4 giugno 2025 la Commissione europea ha presentato la nuova Strategia per la resilienza dell’acqua dell’UE, un piano quadro ambizioso che vuole dare una risposta organica e concreta a una crisi che non può più essere ignorata. Promossa dalla Commissaria all’Ambiente Jessika Roswall, la strategia si propone di rafforzare la capacità dell’Europa di gestire e proteggere le sue risorse idriche, puntando non solo a ridurre gli sprechi e l’inquinamento, ma anche a innovare con tecnologie digitali e soluzioni naturali, promuovere investimenti strategici e migliorare la cooperazione tra Stati membri. In questo articolo esploreremo i contenuti principali della strategia, i suoi obiettivi e le misure proposte, ma anche le sfide che rimangono aperte. In un momento in cui l’acqua è sempre più un tema di sopravvivenza e giustizia sociale, capire come l’Europa intende affrontare questa sfida è fondamentale per tutti noi.
Il 4 giugno la Commissione europea, guidata dalla Commissaria all’Ambiente Jessika Roswall, ha presentato la nuova Strategia per la resilienza dell’acqua dell’UE (European Water Resilience Strategy), un ambizioso quadro di interventi destinato a rafforzare la gestione e la tutela delle risorse idriche nel continente europeo. Di fronte a una crisi climatica sempre più evidente e a eventi estremi come siccità e alluvioni, l’Europa si prepara a rilanciare la sua politica idrica con un piano articolato che coniuga innovazione tecnologica, investimenti pubblici e cooperazione tra Stati membri.
LE RAGIONI DI UNA STRATEGIA URGENTE
L’acqua è la risorsa più preziosa per la vita, l’ambiente e l’economia, ma è anche fortemente sotto pressione. Le ondate di calore e la scarsità idrica mettono a rischio ecosistemi fragili, agricoltura, industria e soprattutto la disponibilità di acqua potabile per milioni di cittadini europei. Gli impatti dei cambiamenti climatici si traducono in stagioni sempre più secche e in eventi meteorologici estremi, mentre inquinamento e sprechi aggravano la situazione.
In questo contesto, la nuova strategia europea punta a costruire una resilienza idrica integrata, capace di adattare le infrastrutture, le politiche e i comportamenti al nuovo scenario climatico, assicurando un uso sostenibile, equo e sicuro dell’acqua.
OBIETTIVI E MISURE CHIAVE DELLA STRATEGIA
La strategia si fonda su tre pilastri principali:
- Ripristinare e proteggere il ciclo idrico: rafforzare l’attuazione delle direttive europee esistenti, migliorare la qualità delle acque e ripristinare habitat naturali legati al ciclo dell’acqua.
- Promuovere un’economia “water-smart”: incentivare l’efficienza idrica nei settori industriali, adottare tecnologie digitali e soluzioni naturali per il monitoraggio e la gestione, e aumentare il riuso delle acque.
- Garantire acqua pulita e accessibile a tutti: tutelare il diritto all’acqua, prevenire inquinamenti, e sviluppare strumenti di sensibilizzazione e formazione.
Tra le azioni più rilevanti figurano l’impegno volontario di ridurre i consumi idrici del 10% entro il 2030, la creazione di un piano di investimenti da decine di miliardi di euro – con un ruolo centrale della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) – e il lancio di iniziative per la digitalizzazione, come contatori intelligenti e sistemi di allerta precoce per siccità e alluvioni.
Inoltre, la strategia prevede la costituzione di una “European Water Academy” dedicata alla ricerca e all’innovazione, e incentiva la collaborazione transfrontaliera per una gestione integrata dei bacini idrografici comuni.
SFIDE E PROSPETTIVE CRITICHE
Nonostante il carattere ambizioso del piano, la strategia ha ricevuto critiche soprattutto per la natura fortemente volontaria di molti suoi obiettivi. Organizzazioni ambientaliste e sindacati sostengono che l’acqua deve essere riconosciuta senza compromessi come un diritto umano fondamentale, e non trasformata in un bene mercificabile. Inoltre, la mancanza di vincoli rigidi per i settori a elevato consumo idrico rischia di lasciare irrisolti problemi strutturali, soprattutto in regioni particolarmente vulnerabili.
La sua efficacia dipenderà pertanto dalla capacità della Commissione europea e dei singoli Stati membri di tradurre la strategia in azioni concrete e vincolanti, accompagnate da un controllo rigoroso e da investimenti adeguati.
IL REFERENDUM ITALIANO DEL 2011: UN MONITO ANCORA NON DEL TUTTO ASCOLTATO
Nel 2011, l’Italia ha dato un segnale chiaro e forte con il referendum sull’acqua pubblica: oltre il 95% dei votanti ha scelto di difendere la gestione pubblica dell’acqua, opponendosi alla sua privatizzazione e riaffermando il diritto universale all’accesso a questo bene fondamentale. Quel voto è stato un momento di grande partecipazione civile e un monito alle istituzioni nazionali ed europee: l’acqua non deve essere mercificata, ma tutelata come un bene comune.
Tuttavia, a più di dieci anni di distanza, molti degli obiettivi di quella battaglia popolare restano ancora disattesi. In Italia, e più in generale in Europa, la gestione delle risorse idriche è spesso frammentata, con molte realtà locali che faticano a garantire un servizio efficiente e accessibile a tutti. La pressione economica su servizi essenziali come quello idrico non è diminuita: anzi, la crescente scarsità d’acqua e le emergenze climatiche mettono a dura prova sistemi infrastrutturali spesso obsoleti, mentre non sempre si riesce a contrastare in modo efficace la privatizzazione indiretta o la delega a enti con logiche di profitto.
A livello europeo, la nuova Strategia per la resilienza dell’acqua, pur rappresentando un passo avanti importante, contiene ancora molte misure volontarie e non vincolanti, rischiando di replicare una gestione “al risparmio” e poco coraggiosa nei confronti degli interessi economici che possono minare la tutela reale del bene acqua. La sfida rimane quella di tradurre le parole in impegni concreti, di rendere effettivi i diritti sanciti dai cittadini e di garantire che la tutela dell’acqua non si limiti a un principio astratto, ma si trasformi in azioni concrete, efficaci e trasparenti.
Il referendum del 2011 resta quindi un monito fondamentale, ma anche un promemoria delle difficoltà ancora irrisolte: la vera difesa dell’acqua pubblica richiede non solo leggi, ma volontà politica, investimenti e partecipazione attiva delle comunità.
UN PASSO DECISIVO PER IL FUTURO
La strategia europea per la resilienza dell’acqua rappresenta un passo decisivo per mettere in sicurezza una risorsa fondamentale in un contesto di emergenza climatica e ambientale. È un invito all’innovazione, alla cooperazione e alla responsabilità condivisa tra istituzioni, imprese e cittadini. Se messa in pratica con rigore e determinazione, può contribuire a garantire un futuro più sostenibile e giusto per l’acqua in Europa. Perché l’acqua non è solo un bene naturale: è il futuro stesso delle nostre comunità.
La vera resilienza comincia dal rispetto e dalla tutela di questa risorsa vitale.
Hèléne Martin