
L’Unione Europea ha recentemente deciso di vietare l’uso dei PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche) nei giocattoli. Questa misura fa parte di un nuovo regolamento sulla sicurezza dei giocattoli, frutto di un accordo politico raggiunto l’11 aprile 2025 tra la Commissione Europea, il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’UE . Il regolamento vieta l’uso di sostanze chimiche pericolose nei giocattoli, tra cui PFAS, bisfenoli, interferenti endocrini e composti tossici per pelle, respirazione e organi interni. A queste novità si affianca l’introduzione del Passaporto Digitale di Prodotto, un QR code che sarà obbligatorio su ogni giocattolo venduto nell’UE. Lo strumento conterrà tutte le informazioni sulla sicurezza e la conformità del prodotto, semplificando i controlli da parte delle autorità . Per quanto riguarda l’Italia, come Stato membro dell’UE, sarà tenuta ad adeguarsi a questo regolamento una volta entrato in vigore. Attualmente, non risultano iniziative nazionali specifiche che anticipino o rafforzino ulteriormente queste misure. L’UE ha finalmente deciso di vietare i PFAS nei giocattoli per garantire una maggiore sicurezza ai bambini, e l’Italia, come parte dell’Unione, adotterà queste disposizioni secondo le tempistiche previste. A quando un divieto generalizzato per i PFAS in tutti i prodotti?
Un passo storico per la salute pubblica e la sostenibilità: vietati i “forever chemicals” nei giochi per l’infanzia.
L’11 aprile 2025, l’Unione Europea ha raggiunto un accordo politico fondamentale che segna una svolta nella tutela della salute infantile e della sostenibilità ambientale. Commissione Europea, Parlamento e Consiglio dell’UE hanno trovato un’intesa sul nuovo Regolamento sulla sicurezza dei giocattoli, che introduce, per la prima volta in modo esplicito, il divieto dell’uso di sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) nei giocattoli destinati al mercato europeo.
Cosa sono i PFAS e perché sono pericolosi
I PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche), noti anche come “forever chemicals”, sono una famiglia di oltre 10.000 composti chimici utilizzati per rendere i materiali resistenti all’acqua, al grasso e alle macchie. Sono impiegati in centinaia di prodotti di consumo: abbigliamento tecnico, padelle antiaderenti, cosmetici, packaging alimentare… e anche giocattoli.
Il problema? Sono estremamente persistenti nell’ambiente e nel corpo umano, da cui il soprannome “forever”. I PFAS non si degradano facilmente e si accumulano nei tessuti biologici. Studi scientifici hanno dimostrato correlazioni con tumori, malattie tiroidee, alterazioni ormonali, riduzione della fertilità e deficit immunitari nei bambini.
Marchi e giocattoli trovati positivi ai PFAS
In Europa e negli Stati Uniti, alcune inchieste indipendenti (es. da associazioni come Greenpeace, EWG, o test di riviste come Öko-Test e Consumer Reports) hanno trovato tracce di PFAS in:
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Giocattoli da bagno di marchi vari (anatroccoli, pesciolini, giochi da immersione)
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Peluche impermeabili di alcuni grandi marchi di giocattoli (non sempre dichiarati)
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Giochi per l’esterno (scivoli, casette, tende da campeggio per bambini di marchi come Little Tikes, Step2, o alcuni prodotti Decathlon – attenzione: non tutti, solo alcuni modelli trattati)
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Accessori scolastici (astucci, zaini idrorepellenti di marche famose come Herschel, ma anche prodotti di fascia economica su Amazon)
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Libri e puzzle resistenti ai liquidi (soprattutto edizioni plasticate o waterproof per neonati)
Nota importante: i grandi marchi tendono a migliorare dopo essere stati “beccati”, quindi è bene controllare test aggiornati. I prodotti no-brand o di provenienza non certificata (es. alcuni import low-cost) sono invece più a rischio.
Come riconoscere un giocattolo potenzialmente a rischio PFAS
Non è semplice riconoscerli a occhio, ma ci sono alcuni indizi pratici:
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Resistente alle macchie o ai liquidi: se un peluche o un libro è promosso come “antimacchia”, “idrorepellente”, “facile da pulire con un panno”, potrebbe contenere PFAS.
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Superficie estremamente liscia o cerata: alcuni giochi plastificati o con effetto “antiaderente” possono usare PFAS per evitare che si attacchi lo sporco.
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Descrizione vagamente “protettiva”: termini come “coating speciale”, “trattamento tecnico” senza dettagli possono nascondere l’uso di PFAS.
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Prodotti waterproof non specificati: se un costume, un tappetino o un giocattolo da esterni è dichiarato “impermeabile” ma senza materiali naturali tipo gomma, è bene sospettare.
Come difendersi
- Preferire prodotti certificati OEKO-TEX® Standard 100 o GOTS per il tessile e peluche (sono standard che vietano o limitano fortemente i PFAS).
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Scegliere marchi che dichiarano politiche di sostenibilità e assenza di PFAS (alcuni esempi: Patagonia Kids per abbigliamento outdoor, PlanToys per giocattoli in legno naturale).
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Evitare prodotti super economici senza etichettatura chiara o senza informazioni sulla sicurezza dei materiali.
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Controllare se ci sono test indipendenti (Öko-Test, Altroconsumo, Consumer Reports) disponibili per il prodotto o la marca.
Il contenuto del nuovo regolamento UE
Il nuovo Regolamento europeo sulla sicurezza dei giocattoli vieta l’uso di PFAS nei giocattoli, insieme ad altre sostanze chimiche dannose come bisfenoli, interferenti endocrini e composti tossici per la pelle e per l’apparato respiratorio.
Introduce il Passaporto Digitale del Prodotto, un QR code obbligatorio su ogni giocattolo venduto nel mercato UE, contenente informazioni su composizione, sicurezza e conformità. Inoltre, prevede maggiore trasparenza per i consumatori e strumenti di controllo potenziati per le autorità competenti.
Il regolamento sarà vincolante per tutti gli Stati membri dell’Unione e diventerà direttamente applicabile una volta pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’UE. L’adozione formale è attesa entro la fine del 2025, con entrata in vigore in tempi successivi (la transizione sarà definita da misure attuative nei prossimi mesi).
Una misura attesa da anni
Organizzazioni ambientaliste e mediche, come ChemSec, HEAL, ClientEarth e EEB, chiedevano da anni il bando dei PFAS nei prodotti per l’infanzia. Anche diversi rapporti dell’ECHA (Agenzia europea per le sostanze chimiche) e dell’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) avevano messo in guardia dai rischi.
Il nuovo regolamento si inserisce in una più ampia strategia dell’UE per ridurre l’esposizione ai PFAS, come previsto dalla Strategia per la sostenibilità delle sostanze chimiche lanciata nel 2020 nell’ambito del Green Deal europeo. L’obiettivo è arrivare a un bando quasi totale dei PFAS nell’UE, con poche eccezioni giustificate da “uso essenziale”.
Quali implicazioni per l’Italia?
In quanto Stato membro, l’Italia dovrà adeguarsi integralmente al nuovo regolamento. Attualmente, non risultano iniziative nazionali specifiche che anticipino o rafforzino questo divieto, ma l’Italia è coinvolta anche nella proposta presentata da cinque Paesi (Germania, Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia e Svezia) per un bando generale dei PFAS in tutti i settori, che è ora al vaglio dell’ECHA.
Una misura simbolica (e concreta) per la transizione ecologica
Il divieto dei PFAS nei giocattoli rappresenta molto più di una norma tecnica: è un segnale politico forte dell’Unione Europea per una chimica più sicura, per la tutela dell’infanzia e per un mercato che non comprometta il futuro ambientale.
In un momento in cui la transizione ecologica è sotto attacco da parte di interessi industriali e correnti negazioniste, l’UE dimostra che proteggere la salute e il clima può (e deve) andare di pari passo.
Perché il nuovo Regolamento UE sulla sicurezza dei giocattoli, che vieta i PFAS, entri in vigore ufficialmente, deve seguire ancora alcuni passaggi formali. Anche se è stato raggiunto un accordo politico provvisorio tra Commissione, Parlamento e Consiglio, la procedura legislativa dell’UE richiede ulteriori fasi. Dopo l’accordo politico dell’11 aprile 2025, i tecnici delle tre istituzioni (Commissione, Parlamento e Consiglio) stanno lavorando alla redazione finale del testo normativo in tutte le lingue ufficiali dell’Unione. Il testo concordato dovrà poi essere votato in sessione plenaria dal Parlamento europeo.
Anche se è attesa un’approvazione con voto a maggioranza semplice, la votazione non dovrebbe avvenire prima della pausa estiva 2025, ma dipende dai tempi della revisione legale. Solo dopo il voto del Parlamento, il Consiglio dell’Unione Europea deve adottare formalmente il regolamento anche se si tratta solo di un passaggio procedurale, poiché l’accordo politico è già stato raggiunto.
Una volta adottato il regolamento sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione, come da prassi UE. Gli obblighi per le imprese però potrebbero avere tempi di attuazione graduati, che saranno indicati negli articoli finali del testo.
Essendo un regolamento, non richiederà un recepimento nazionale e sarà da subito direttamente applicabile in tutta l’UE; tuttavia, gli Stati membri (inclusa l’Italia) dovranno adeguare i sistemi di vigilanza e controllo. Alcuni aspetti pratici (es. controlli doganali, sanzioni) saranno disciplinati a livello nazionale.
Hèléne Martin