
La Direttiva (UE) 2024/1799, approvata il 13 giugno 2024, introduce norme comuni per promuovere la riparazione dei beni, all’interno del contesto del “diritto alla riparazione” e della transizione verso un’economia circolare. questa direttiva ha l’obiettivo di incentivare la riparazione e il riutilizzo dei prodotti, riducendo la prematura eliminazione dei beni ancora riparabili. Il percorso che ha portato alla sua approvazione è stato lungo e articolato, originato dalla crescente attenzione dell’Unione Europea verso la sostenibilità, la riduzione dei rifiuti e la transizione verso un’economia circolare. L’impulso iniziale è stato dato dalla Strategia per l’Economia Circolare, presentata dalla Commissione Europea nel 2020, con l’obiettivo di ridurre il consumo di risorse e l’impatto ambientale, promuovendo il riuso e la riparazione dei beni. Tra le misure previste c’era proprio l’introduzione di norme per incentivare la riparabilità dei prodotti, contrastando l’obsolescenza programmata. Questo processo si è poi sviluppato attraverso vari passaggi legislativi e consultazioni pubbliche. Per quanto riguarda le tempistiche, la direttiva prevede che debba essere recepita entro il 31 luglio 2026. Entro questa data, l’Italia dovrà adottare le normative necessarie per attuare le disposizioni previste dalla direttiva, adattando le leggi nazionali e garantendo che i diritti e gli obblighi stabiliti siano effettivamente applicabili. L’Italia, come gli altri Stati membri, potrà anche introdurre norme aggiuntive o più severe, purché rispettino il quadro normativo fissato dalla direttiva. L’obiettivo è assicurare che le misure per promuovere la riparazione e ridurre i rifiuti siano pienamente operative entro il termine stabilito.
La Direttiva (UE) 2024/1799 è importante per l’ambiente e il clima perché mira a ridurre l’impatto ambientale dei prodotti di consumo promuovendo la riparazione e il riutilizzo, piuttosto che la sostituzione prematura, inoltre avrà sui consumatori un impatto sicuramente positivo. In generale essa intende migliorare i diritti e la consapevolezza dei consumatori. Il diritto alla riparazione, introdotto dalla Direttiva, non sarà completamente gratuito, ma è strutturato in modo tale da rendere la riparazione più accessibile e conveniente rispetto alla sostituzione dei prodotti. Il meccanismo del diritto alla riparazione funzionerà secondo le seguenti modalità. La direttiva garantisce che i consumatori abbiano il diritto di richiedere la riparazione dei propri prodotti anche dopo la scadenza del periodo di garanzia legale, senza che i produttori possano rifiutarla. Questo rappresenta un’importante novità, poiché attualmente molti produttori limitano la possibilità di riparare i beni una volta scaduta la garanzia.
I produttori dovranno fornire informazioni trasparenti e dettagliate sui costi delle riparazioni attraverso un modulo europeo sulla riparazione, un documento che sarà consegnato gratuitamente ai consumatori. Questo modulo includerà:
– dettagli sui costi di riparazione;
– tempi stimati per la riparazione;
– la disponibilità delle parti di ricambio e la loro durata di mantenimento sul mercato.
Anche se la riparazione non sarà gratuita, il consumatore sarà meglio informato sui costi e potrà confrontare i prezzi tra diversi riparatori, favorendo la scelta più conveniente.
La direttiva impone ai produttori l’obbligo di offrire la riparazione dei beni, rendendo disponibile una serie di servizi e pezzi di ricambio per un certo numero di anni dopo l’acquisto del prodotto. Per esempio, devono garantire la riparabilità di prodotti come elettrodomestici, smartphone e tablet, il che significa che sarà più facile trovare ricambi e assistenza tecnica autorizzata. Verrà creata una piattaforma online a livello europeo che metterà in contatto i consumatori con riparatori certificati e venditori di pezzi di ricambio. Questo strumento permetterà: di trovare facilmente riparatori locali; di acquistare prodotti ricondizionati e di vendere prodotti guasti per riparazione e riutilizzo. Inoltre, i produttori dovranno garantire la disponibilità delle parti di ricambio per un periodo prolungato, ben oltre il termine della garanzia. La direttiva stabilisce obblighi per mantenere ricambi e manuali tecnici per diversi anni, dando ai consumatori la possibilità di far riparare i propri beni anche a distanza di tempo dall’acquisto ed è previsto che gli Stati membri dovranno adottare misure per incentivare ulteriormente la riparazione a livello nazionale, che potrebbero includere sgravi fiscali o sussidi per abbassare il costo delle riparazioni. Queste misure, tuttavia, varieranno a seconda del paese.
Veniamo ora a considerare i riflessi sull’ambiente.
Risparmio di risorse naturali
La produzione di nuovi prodotti richiede l’estrazione e l’uso di materiali grezzi come minerali e metalli preziosi, processi altamente inquinanti e che consumano molta energia. Favorendo la riparazione e il riutilizzo, la direttiva aiuta a limitare la domanda di nuove risorse, riducendo così l’impatto ambientale derivante dalle attività estrattive e di produzione.
Riduzione delle emissioni di gas serra
La produzione e la distribuzione di nuovi prodotti comportano il consumo di energia e risorse, con conseguenti emissioni di gas serra. Estendendo la durata di vita dei prodotti attraverso la riparazione, si riduce la necessità di produrre nuovi beni, contribuendo a limitare le emissioni di CO₂. Un ciclo di vita più lungo dei prodotti aiuta, quindi, a rallentare i cambiamenti climatici.
Economia circolare e uso sostenibile delle risorse
La direttiva si inserisce nell’ambito della strategia europea per l’economia circolare, che promuove un utilizzo più efficiente e sostenibile delle risorse. In un’economia circolare, i beni sono progettati per essere riutilizzati, riparati o riciclati. La Direttiva 2024/1799 supporta questo modello riducendo lo spreco e massimizzando il valore dei prodotti durante il loro ciclo di vita.
Riduzione dei rifiuti elettronici (e-waste)
I rifiuti elettronici sono tra le categorie di rifiuti in più rapida crescita a livello globale. Prodotti come smartphone, elettrodomestici e dispositivi elettronici spesso vengono scartati quando potrebbero essere riparati. La direttiva obbliga i produttori a garantire la riparabilità dei beni e la disponibilità di parti di ricambio, riducendo così la quantità di rifiuti che finiscono in discarica. Meno rifiuti significano una minore domanda di risorse naturali necessarie per produrre nuovi beni e una riduzione dell’inquinamento associato allo smaltimento dei rifiuti elettronici.
Contrastare l’obsolescenza programmata
La direttiva contrasta l’obsolescenza programmata, una pratica diffusa in cui i prodotti sono progettati per avere una durata limitata, costringendo i consumatori a sostituirli più frequentemente. Promuovendo la riparazione, la normativa obbliga i produttori a creare beni più durevoli, riducendo lo spreco di risorse e l’impatto ambientale legato alla produzione di beni usa e getta.
Passiamo poi a considerare l’impatto positivo per i consumatori.
Maggiori diritti per i consumatori
La direttiva garantisce il diritto alla riparazione, anche al di fuori del periodo di garanzia, aumentando la durata utile dei prodotti e riducendo la necessità di acquisti frequenti di beni nuovi. Questo permetterà ai consumatori di risparmiare denaro a lungo termine, limitando le spese legate alla sostituzione di prodotti che potrebbero essere riparati.
Riduzione dei costi di riparazione
La direttiva mira a rendere le riparazioni più accessibili, richiedendo ai produttori di offrire opzioni di riparazione a prezzi ragionevoli. Inoltre, dovranno essere disponibili le parti di ricambio e le informazioni tecniche necessarie per la riparazione dei prodotti. Questo potrebbe abbassare i costi associati alle riparazioni, aumentando la convenienza per i consumatori.
Maggior consapevolezza ambientale
La direttiva incoraggia comportamenti di consumo più sostenibili, promuovendo la riparazione piuttosto che l’acquisto di nuovi prodotti. Questo è in linea con la crescente domanda dei consumatori per pratiche commerciali sostenibili, contribuendo a ridurre il proprio impatto ambientale.
Meno sprechi elettronici
Il prolungamento della vita utile dei prodotti grazie alla riparazione ridurrà la quantità di rifiuti elettronici generati, un aspetto che sempre più consumatori ritengono importante per motivi ambientali.
Alcuni consumatori potrebbero trovare complesso adattarsi all’idea della riparazione rispetto all’acquisto di nuovi prodotti, soprattutto in un mercato dove la sostituzione è stata a lungo incoraggiata. Potrebbe essere necessaria una maggiore sensibilizzazione per abituare il pubblico alla nuova mentalità.
In conclusione, la Direttiva (UE) 2024/1799 ha un impatto diretto sulla protezione dell’ambiente e sulla lotta contro i cambiamenti climatici, promuovendo un uso più sostenibile delle risorse, riducendo i rifiuti e le emissioni di gas serra attraverso un ciclo di vita più lungo dei prodotti e offre vantaggi significativi ai consumatori, rendendo la riparazione un’opzione più semplice, trasparente ed economicamente sostenibile rispetto alla sostituzione del prodotto, anche se non gratuita.
Giuseppe d’Ippolito