L’inquinamento danneggia la nostra salute e il nostro ambiente. È la principale causa ambientale di molteplici malattie mentali e fisiche e di morti premature, soprattutto tra i bambini, le persone con determinate condizioni mediche e gli anziani. Oltre a influire sulla salute delle persone, l’inquinamento è una delle cause principali della perdita di biodiversità. Riduce la capacità degli ecosistemi di fornire servizi come il sequestro e la decontaminazione del carbonio. L’ultimo rapporto, pubblicato ad agosto, dall’European Environment Agency (EEA) lo conferma. E la necessità per la salute pubblica, l’ambiente, l’etica e la socioeconomia, che spinge l’UE a guidare la lotta globale contro l’inquinamento, è oggi più forte che mai.
Il 7 settembre scorso si è celebrato l’International Day of Clean Air, istituito nel 2019 dalle Nazioni Unite, quest’anno il tema era “Invest in #CleanAirNow”. L’Onu, ma anche il buon senso, richiedono di (almeno) dimezzare, entro il 2050, le emissioni causate dagli inquinanti atmosferici e mentre il 90% della popolazione mondiale vive in luoghi in cui non sono rispettati i limiti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’OMS nel 2021 ha portato i livelli sicuri di PM2.5, a 5 µg/m3, dimezzando il precedente limite del 2005 (μg/m³ è un’unità di misura che sta per microgrammi per metro cubo).
Intanto l’European Environment Agency (EEA) ha pubblicato, a fine agosto, un nuovo report secondo il quale sono solo quattro le capitali, tutte nel nord Europa (Reykjavik Tallinn, Stoccolma e Helsinki), che sono al di sotto del livello guida dell’Oms di PM2.5, a 5 µg/m3. Complessivamente, in Europa invece, sono solo 13 (su 375 osservate) le città che hanno emissioni di particolato fine al di sotto dei limiti consentiti. Le prime tre città che hanno una migliore qualità dell’aria sono Uppsala e Umea in Svezia e Faro in Portogallo.
Per sapere com’è la situazione nelle città italiane monitorate (quelle non presenti non sono incluse nella banca dati delle città istituita nell’ambito dell’Audit Urbano della Commissione Europea o non dispongono di stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria urbana o suburbana o del traffico per il PM2.5) basterà cliccare in questa pagina sotto, sul link che vi proponiamo ne IL MEGLIO DAL WEB che consentirà di scoprire quanto è pulita l’aria della vostra città.
Le città sono classificate da quella più pulita a quella più inquinata, in base ai livelli medi di concentrazione di particolato fine (o PM2.5) negli ultimi due anni solari.
La qualità dell’aria è classifica dall’EEA in cinque categorie, distinte da contrassegni di diverso colore, come:
- Buona: per livelli di particolato fine che non superano il valore guida annuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di 5 μg/m3;
- Discreta: per livelli superiori a 5 e non superiori a 10 μg/m3;
- Moderata: per livelli superiori a 10 e non superiori a 15 μg/m3;
- Scarsa: per livelli superiori a 15 e non superiori a 25 μg/m3;
- Molto scarsa: per livelli pari o superiori al valore limite dell’Unione europea di 25 μg/m3.
Si scoprirà che tutte le città italiane monitorate hanno una qualità dell’aria Moderata o Scarsa (mediamente con valori intorno ai 15/16 μg/m3 con il miglior dato di Savona al 9,2 μg/m3 e il peggiore di Cremona con 23,3 μg/m3) e si posizionano tutte nei posti bassi della classifica. Che la capitale, Roma, è al 269° (su 375) posto con 12,8 μg/m3; mentre Milano è al 354° posto con 19,7 μg/m3 e Torino al 362° posto con 21 μg/m3. Chiudono la classifica Venezia (22,6 μg/m3), Padova (22,7 μg/m3), Vicenza (23 μg/m3) e -come già detto- Cremona (23,3 μg/m3). Le città italiane sono superate, in peggio, solo da Nowy Sacz in Polonia con 24 μg/m3 e da Slavonski Brod in Croazia con 26,5 μg/m3. Si noti che a Nowy Sacz l’inquinamento atmosferico tende ad aumentare significativamente in inverno, con emissioni di polveri sottili (PM10 e PM2.5) e biossido di zolfo (SO2), a causa dell’uso di stufe a carbone e legna per il riscaldamento domestico e a un traffico veicolare con veicoli estremamente vecchi. E a Slavonski Brod c’è una raffineria di petrolio.
Il Green Deal europeo ha previsto le principali azioni per l’azzeramento dell’inquinamento che vanno dalla strategia chimica per la sostenibilità: per proteggere meglio i cittadini e l’ambiente dalle sostanze chimiche pericolose. Al Piano d’azione, adottato dalla Commissione europea il 12 maggio 2021, per l’inquinamento zero per l’acqua, l’aria e il suolo. Alla necessità di rivedere le misure per affrontare l’inquinamento causato dai grandi impianti industriali, per garantire che siano coerenti con le politiche in materia di clima, energia ed economia circolare.
Per l’Unione europea la visione del piano d’azione dell’UE “Verso un inquinamento zero per l’aria, l’acqua e il suolo” per il 2050, uno dei principali risultati del Green Deal europeo, è quella di ridurre l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo a livelli non più considerati dannosi per la salute e gli ecosistemi naturali, che rispettino i limiti con cui il nostro pianeta può far fronte, creando così un ambiente privo di sostanze tossiche. Ciò si traduce in obiettivi chiave per il 2030 per accelerare la riduzione dell’inquinamento alla fonte. Questi obiettivi includono:
- migliorare la qualità dell’aria per ridurre del 55% il numero di decessi prematuri causati dall’inquinamento atmosferico;
- migliorare la qualità dell’acqua riducendo i rifiuti, i rifiuti di plastica in mare (del 50%) e le microplastiche rilasciate nell’ambiente (del 30%);
- migliorare la qualità del suolo riducendo del 50% le perdite di nutrienti e l’uso di pesticidi chimici;
- ridurre del 25% gli ecosistemi dell’UE in cui l’inquinamento atmosferico minaccia la biodiversità;
- ridurre del 30% la percentuale di persone cronicamente disturbate dal rumore dei trasporti, e
- riducendo significativamente la produzione di rifiuti e del 50% i rifiuti urbani residui.
Il piano d’azione mira a rafforzare la leadership verde, digitale ed economica dell’UE, creando allo stesso tempo un’Europa e un pianeta più sani e socialmente più equi. Fornisce una bussola per integrare la prevenzione dell’inquinamento in tutte le pertinenti politiche dell’UE, per accelerare l’attuazione della pertinente legislazione dell’UE e per individuare eventuali lacune.
Il previsto programma di monitoraggio e prospettive sull’inquinamento zero offre un’istantanea dello stato attuale dell’inquinamento nell’UE e risponde a domande sulle tendenze dell’inquinamento negli ultimi anni e sulla probabilità di raggiungere gli obiettivi di inquinamento zero per il 2030.
Lo esamineremo in una prossima occasione.
Hèléne Martin